1. Perdiamoci di vista


    Data: 05/12/2022, Categorie: Etero Autore: fabioGT, Fonte: EroticiRacconti

    ... scortava un damerino sulla quarantina, alto, elegante, viso abbronzato e folti capelli scuri dalla pettinatura scolpita. Il tanto decantato maritino, quindi. Un bell'uomo, poco da eccepire, a suo modo affascinante, ma dal sorriso sprezzante e la puzza sotto il naso. Uno di quelli che si pavoneggiano nell'ostentare la propria moglie-trofeo agli esseri di ceto inferiore.
    
    "E questo sarebbe il sosia di quel cantante americano?" pensai sarcastico. "Cara Sofia, vedi di non raccontarlo in giro, o potrebbero querelarti per diffamazione. E ti farebbero pagare in dollari, non in euro."
    
    Rosicavo come uno che aveva preso il Gratta e Vinci sbagliato, mentre quello che valeva mezzo milione era stato venduto un momento prima, magari a qualcuno più benestante di me.
    
    Stavolta ero riconoscibile. Dopo che l'avvistamento di qualche giorno prima, avevo passato metà della mattinata seguente a radermi. Adesso avevo la pelle liscia come quella di un neonato, e avevo anche messo mano alla mia capigliatura stempiata, accorciandone la lunghezza. Stavolta esibivo il cappellino nero della Bud's, il mio preferito.
    
    Oggi doveva accorgersi di me, poco da discutere. Ci tenevo ad avere l'ultima parola. Dovetti desistere ben presto, poiché i due erano diretti alla loro auto, posteggiata in una via adicente. E che auto, gente. Non ricordo il modello, ma la cilindrata era notevole, e l'immatricolazione risalente a un anno addietro. Beati loro che potevano permettersi questo e altro. Comunque poco ...
    ... male. Avrei atteso con indulgenza il loro ritorno. Per ingannare il tempo cercai con lo smartphone gli orari dei treni in partenza per il giorno dopo, a partire dalla tarda mattinata. Lo avevo stabilito da tempo: avrei lasciato quella città, quella regione e quella popolazione algida e sbrigativa non appena avessi incontrato Sofia a tu per tu. Quindi questione di poco, ormai. Avrei fatto ritorno al mio amato meridione, baciato dal sole e dal buonumore, popolato da persone dal cuore aperto e passionale, ricche di pregi e difetti unici, ma sopratutto "vere".
    
    Con pazienza certosina attesi il loro ritorno, che avenne circa tre ore dopo. Ci crediate o no, stavolta non ricordo cosa Sofia indossasse. Minigonna di sicuro, ma per il resto buio pesto. E per la prima volta da quando la conoscevo non favoleggiai sul suo davanzale e né tantomeno vi buttai l'occhio. Altro segno dei tempi che cambiavano.
    
    Fecero ingresso al loro palazzo, mentre io mi tenevo dieci metri dietro, accorciando gradualmente le distanze. Nel contempo tenevo pronto lo smartphone. Avevo stoppato un video su YouTube, mettendolo in pausa al primo secondo, e mi apprestavo a dargli il via, ma non subito. Ancora qualche attimo.
    
    Si diressero all'ascensore, che si aprì immediatamente. Vi entrarono e le porte fecero per richiudersi, ma con uno scatto che fece bestemmiare la mia sciatica riuscii a intrufolarmi, senza scusarmi o proferir parola. Eravamo solo noi tre. Lo squardo basso, chino sul cellulare, il mio pollice ...