1. Capitolo primo. Prologo.


    Data: 09/11/2020, Categorie: Erotici Racconti Etero Autore: TheGirlwhosoldtheworld, Fonte: RaccontiMilu

    ... indietro, lasciandogli andar la testa.
    
    Mi son appoggiata allo schienale del divano e son rimasta così, in attesa.
    
    Non servivano per debiti di gioco.
    
    Non ho opposto la benché minima resistenza, quando ha armeggiato con le scarpe, sfilandomele lentamente.
    
    E non ho opposto resistenza, quando mi ha sbottonata i jeans. Ho sollevato un po’ il bacino, per facilitargli il compito.
    
    Mentre me li sfilava, ho guardato, per tutto il tempo, il soffitto. Ma lo sapevo, sapevo che mi fissava.
    
    Ogni coppia, ha i suoi riti.
    
    Ho sentito il suo respiro sulla pelle, nell’interno coscia. Poi il calore delle labbra.
    
    Gli ho riposato le mani sul capo e, senza distogliere lo sguardo dal soffitto, l’ho premuto a me, abbastanza lentamente per lasciargli il tempo di scostarmi di lato l’intimo.
    
    Forse non lo amavo come meritava.
    
    La sua devozione in quei momenti, era qualcosa che ancora oggi mi fa sentire la sua mancanza. Anche questa.
    
    Non &egrave passato tanto tempo che, al tocco della sua lingua, il mio corpo ha iniziato a reagire.
    
    Ho provato a non mugolare, con be scarsi risultati.
    
    L’ho sentito insinuare le mani sotto di me per andarle a sistemare sui miei glutei, stringendoli.
    
    Gli ho dato il ritmo, accentuando e allentando la pressione del suo viso contro di me mentre nella mente mi riaffiorano le immagini di quella notte, sul ...
    ... divano.
    
    Francesco che raggiunge l’orgasmo dentro di me, come io lo raggiungo, violentemente, sulla lingua del mio compagno.
    
    Non si &egrave scostato, come non si &egrave mai scostato ma, al contrario, si preme maggiormente contro di me.
    
    Ho contorto i piedi, involontariamente, arrivando a far schioccare le dita.
    
    Urlo il suo nome.
    
    E non lo sbaglio, visto che non era Paolo, il nome che avevo in mente.
    
    Respiro a fondo, riprendendo fiato. Lo sento mettersi in piedi e, quando ho abbassato lo sguardo, l’ho visto in piedi, di fronte a me.
    
    Si era già abbassato i pantaloni.
    
    Ho sollevato le gambe, dopo essermi ripresa dall’orgasmo, accostando i piedi al suo pene, ancora coperto dai boxer.
    
    Si &egrave scoperto, fissandomi e si &egrave avvicinato quanto basta perché il membro si andasse a posare tra i miei piedi.
    
    L’ho stretto piano, tenendolo piano, saggiandone la consistenza.
    
    Ne ho abbassato uno, posando le dita sui suoi testicoli, mentre l’altro gli preme il pene contro il ventre.
    
    Muoviti.
    
    Ha aspettato quell’unica parola, quel permesso.
    
    Quell’ordine.
    
    E l’ha fatto, muovendo il bacino al ritmo che gli ho dato io, seguendo quello che gli davano le dita sui suoi testicoli.
    
    Raggiunge l’orgasmo in un attimo.
    
    Lo sento, sul collo del piede, sulla caviglia, sulla gamba.
    
    Ogni coppia ha i suoi rituali.
    
    Non gli servono per debiti di gioco. 
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