1. Capitolo primo. Prologo.


    Data: 09/11/2020, Categorie: Erotici Racconti Etero Autore: TheGirlwhosoldtheworld, Fonte: RaccontiMilu

    ... dentro Pingu, o qualche orso polare l’avrebbe accoppato prima che io fossi riuscita a fare la pipì.
    
    Accoppato. Di nuovo.
    
    La ricerca del blocco degli assegni in camera &egrave stata frenetica, rovistando nel cassetto con tutti i documenti, le fatture.
    
    Le mani l’hanno compilato senza che, quasi, me ne rendessi conto.
    
    E, nel tornare dagli altri, l’hanno fatto scivolare nella tasca del cappotto di Francesco con una maestria di cui non credevo d’avere.
    
    Dovevo studiare da ladra, non medicina.
    
    Ridacchiando per l’ultimo pensiero avuto, son tornata dagli altri e, sbuffando rumorosamente, teatralmente, mi son lasciata cadere sul divano, accanto al mio ragazzo.
    
    Vedere Francesco ridere e scherzare, nuovamente, mi ha fatta sentire leggermente a disagio, ma una parte di me, quella alla quale faceva piacere non vedere i problemi, ha tirato un sospiro di sollievo.
    
    Non sono per debiti di gioco.
    
    Ignoravo quel pensiero che, ogni tanto, ritornava, soffocandolo, sommergendolo con le idiozie che abbiamo continuato a dire, una dopo l’altra.
    
    Accoccolata accanto al mio partner, le gambe sulle sue, ogni tanto ho cercato lo sguardo di Cesco, sorridendogli quando lo incrociavo.
    
    Scambiare effusioni, di fronte a lui, con la speranza di farlo ingelosire, &egrave stata una cosa che mi ha sorpresa. Una cosa non da me. Credevo.
    
    Siam stati a chiacchierare ancora per una mezz’ora abbondante per poi salutarci.
    
    L’ho fatto senza alzarmi dal divano, lasciando a Paolo il ...
    ... compito di far gli onori di casa.
    
    Francesco si sarà accorto dell’assegno nella tasca?
    
    Spero che, nel caso, non si sia lasciato tradire da qualche espressione.
    
    Non son debiti di gioco.
    
    Ancora una volta, scaccio quel pensiero, distendendo le braccia quando Paolo ritorna da me, invitandolo ad avvicinarsi.
    
    Lo fa, con quel nostro rituale consolidato da anni di frequentazione, di convivenza, prendendo posto non accanto a me, ma di fronte, inginocchiandosi tra le mie gambe.
    
    Gli ho passato le mani sul capo, facendo scorrere le dita tra i capelli.
    
    Quando l’ho conosciuto ne aveva parecchi di più.
    
    Mi ha sorrisa, guardandomi dal basso verso l’alto e mi &egrave venuto spontaneo ricambiare il gesto.
    
    Lo amavo.
    
    Lo amavo?
    
    In quel momento, credevo proprio di si.
    
    In quel momento, ora, credo proprio di no. Chi ama, non nasconde nulla. Men che meno qualcosa di così importante.
    
    Però mi son chinata, accostando il viso al suo.
    
    Ogni coppia, credo, ha i suoi rituali. Le sue routines. O routine. Non ricordo mai se, per il plurale di questa parola, ci vuole o meno la s.
    
    Noi le avevamo di sicuro.
    
    Ho posato le labbra sulle sue, chiudendo al tempo stesso le mani a pugno, stringendo ciocche di capelli.
    
    Forse un po’ troppo forte, perché ha reclinato il capo all’indietro. Ma non l’ho lasciato scostare, tenendo le labbra ben premute contro le sue, un po’ schiuse.
    
    La lingua ha incontrato la sua e, quando ha iniziato a muoverla, assecondando la mia, mi son tirata ...
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