1. Non vengo a letto con te, ma tu continua a chiedermelo


    Data: 17/10/2020, Categorie: Lesbo Autore: Honeymark, Fonte: Annunci69

    ... io.
    
    Ovviamente ci fu un attimo di incertezza e Rita mi guardò nello specchietto. Debora invece si mise in posizione per guardare le cosce dell’altra.
    
    - Forza, – le dissi. – Siamo tra amici.
    
    Allora Rita raccolse le gambe verso Debora e piano si scoprì le cosce fino a mostrare che aveva le calze.
    
    - Wow…! – Esclamò Debora. – Calze con reggicalze sottile di seta azzurra! Un capolavoro. Dove le hai trovate?
    
    Ovviamente la curiosità femminile voleva nascondere il piacere intimo che provava nel vederla così. Io non avevo notato che avesse anche il reggicalze, ma tanto meglio.
    
    - Da Manini, – rispose Rita. – Ti piacciono?
    
    - Bellissime, – esclamò.
    
    - Te ne regalo un paio? – Domandai.
    
    - No grazie, – rispose. – Mi piace guardarle, non indossarle. Amo troppo i pantaloni.
    
    E vidi che con la mano la accarezzò come per sentire l’effetto della seta. Rita lasciò fare e sollevò un po’ di più le gonne.
    
    - Wow! – Ripeté. – Hai anche le mutandine in tinta!
    
    Quelle le avevo viste anch’io.
    
    Parlarono un po’ come due amiche che volevano scambiarsi suggerimenti di shopping, mentre Debora continuava ad accarezzare la seta e la pelle.
    
    - Piaciuta la sorpresa? – Domandai.
    
    - Moltissimo, – rispose. – Ma come ti è venuta in mente?
    
    Spudorata… He he. Me lo aveva chiesto lei.
    
    - Così come ho chiesto a te di vestirti da uomo – improvvisai (non era vero), – ho chiesto a lei di mettersi una lingerie che potesse sedurci.
    
    - Beh, ci è riuscita perfettamente.
    
    - Vero? ...
    ... – Aggiunsi. – A me fa impazzire sentire quella parte di pelle che si trova tra la fine della calza e le mutandine. Prova ad accarezzarla e dimmi.
    
    Rita stette al gioco e si mise in modo che l’amica potesse accarezzarle la coscia come ama fare un uomo nella stessa situazione.
    
    Spensi la luce posteriore accesi la radio a basso volume e le lasciai un po’ così mentre stavamo per arrivare a casa.
    
    Salimmo in casa con l’ascensore. Aprii le porta e le feci entrare in salotto.
    
    - Mettetevi comode – dissi, – ma restate in piedi.
    
    - In piedi?
    
    - Sì, una di fronte all’altra.
    
    Obbedirono con complicità. Presi tre bicchieri e versai del whisky.
    
    - Ghiaccio anche per voi?
    
    Non risposero.
    
    - Posso brindare al nostro piacere? – Domandai.
    
    Non risposero, ma toccarono i bicchieri per farli tintinnare. Quindi diedero un sorso. Bevvi un sorso anch’io e poi presi i bicchieri e li poggiai sul tavolino. Tornai da loro che si stavano guardando con particolare interesse.
    
    - Aiutami. – Dissi a Debora.
    
    Mi ero portato dietro a Rita e le avevo preso la cerniera. La abbassai con calma e lei lasciò fare. Debora si avvicinò e le allargò le spalle in modo che il vestito non stesse più su. In un attimo, con un fantastico fruscio di seta, il vestito cadde a terra. Non portava il reggiseno e indossava solo il tanghino azzurro come il sottile reggicalze. Era davvero un bocconcino.
    
    Per un attimo Rita portò il braccio destro al seno come per coprirsi, strinse le natiche per pudore e ...
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