1. Primule di Cristallo


    Data: 26/10/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Vanj B., Fonte: EroticiRacconti

    Cosa fate voi lì..!!!!.. Cosa state facendo..!!!..
    
    La signora Mayer, quando urlava, scatenava un vero putiferio, e mia madre che correva ad aprire la finestra per guardare cosa stesse succedendo.
    
    Culza e Caìno scappavano a gambe levate più divertiti che spaventati.
    
    La porta del bagno si apre, mia madre entra con passo deciso e va subito controllare se la tenda della finestra fosse ben distesa.
    
    Che succede?, le chiedo usando un tono di voce innocente, ho sentito la signora Mayer che gridava.
    
    Niente!., niente.., mi risponde severa e seria, lo sai che la nostra vicina urla sempre, ma tu sbrigati!., è un ora che stai lì dentro.
    
    La porta si richiude ed esco dalla vasca, prendo l’accappatoio e guardo la finestra..: si!.., lo sapevo che erano lì, vedevo le loro facce attaccate al vetro e gli occhi che sbirciavano in quel centimetro di spazio che la tenda offriva. Intendiamoci, non sono stata io ad accostarla, ne feci nulla per attirare la loro attenzione, e neanche per fargli capire che mi ero accorta della loro presenza. Lo presi più come un gioco che altro, però mi piaceva!.., mi piaceva molto sentirmi osservata.., ammirata..; mi dava una sensazione piacevole e inebriante.
    
    Fuggirono sotto le urla della signora tedesca e subito distesi la tenda e m’infilai nella vasca intuendo cosa sarebbe successo.
    
    Vivevamo in un quartiere di periferia; e da qui osservavamo la città che ogni giorno cresceva a vista d’occhio, non solo in dimensioni ma soprattutto in caos e ...
    ... frenesia. Più che un quartiere però, lo definirei un “fortino”, composto da molti cortili collegati fra loro, con le case tutte intorno strette l’una contro l’altra quasi messe così per proteggerne gli abitanti dal mondo di fuori.
    
    Invidiavo i ragazzi, li invidiavo molto.., potevano uscire e andare dove volevano. Si radunavano tutti in quel campo dove passavano i pomeriggi a giocare al calcio. Non capivo perché si davano quegli strani soprannomi che, una volta acquisiti, gli rimanevano addosso per tutta la vita. Tra loro c’era Vimo, Castoro, Culza, Ghèlo, Caìno, Iojo, Cico, poi c’era “Il Bello” ed uno che chiamavano addirittura “l’Assurdo” e, quando lo cercavano dicevano: hei!!, avete visto l’Assurdo?. Tutti i giorni litigavano tra loro, e tutti i giorni si ritrovavano e sembravano più amici di prima, non come noi che eravamo sempre lì a guardarci addosso e a spettegolare su tutto; bene o male ci conoscevamo tutte, frequentavamo la stessa scuola, ma trovare una vera amica!, una con la quale condividere i segreti, i desideri, i sogni e gli sfoghi, era veramente difficile. Edy è l’unica con la quale riesco ad avere un legame, forse perché ha un carattere molto dolce e remissivo e accetta quasi sempre le mie decisioni su cosa fare o dove andare.
    
    Tutti gli anni, la festa del quartiere si svolgeva su quel terreno che era anche il campo di calcio, e ci portava un piccolo Luna-park che, per una settimana, era il luogo d’incontro assoluto di tutti i ragazzi e non solo. Mi piaceva ...
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