1. Bores contò il passaggio di undici monache e sette preti.


    Data: 26/10/2017, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Caliban, Fonte: RaccontiMilu

    ... fondo a parte la mancanza di Anastasia, e sparire per sempre, ma non si era mai pentito un solo secondo. Solo avrebbe voluto vedere i suoi occhi quando aveva scoperto di non poter più accedere al suo adorato incommensurabile patrimonio.
    
    Distese le gambe, terminò la birra, si sintonizzò su mtv e chiuse gli occhi.
    
    Lei restò per un poco a guardare furiosa la porta chiusa, poi comprese che non sarebbe tornato. Sorrise, si guardò un poco nel grande specchio centrale, alzo le spalle inclinando la testa verso sinistra, e iniziò rapidamente a spogliarsi. Il giubbotto l’aveva già lasciato cadere a terra in ingresso, si sfilò il maglione nero attillato, con le maniche troppo lunghe, anche a causa della sua mania di tirarle nascondendoci dentro le mani, quindi si tolse la maglietta verde scuro che indossava sotto.
    
    Si pavoneggiò un poco di fronte allo specchio, nuda dalla vita in su. Non portava quasi mai reggiseno, in fondo a che serviva? Si diceva sempre, vista la sua seconda scarsa. I piccoli capezzoli rosa erano ancora lievemente turgidi dal desiderio che l’aveva pervasa prima, quando l’aveva sentito indurirsi tra le dita.
    
    Le mani iniziarono rapide a sbottonare i jeans, un paio di levis scuri, ormai consunti dall’uso e strappati in diversi punti, quindi sfilò rapida le mutandine bianche, bordate di pizzo a fiorellini che aveva rubato la settimana prima al supermercato, e i calzini di lana neri lunghi.
    
    L’immagine riflessa allo specchio catturò nuovamente la sua ...
    ... attenzione, in fondo amava il proprio corpo, anche se avrebbe volentieri fatto qualche modifica. Soprattutto adorava da sempre sentirsi nuda, libera, leggera. Da bambina faceva disperare sua madre correndo sempre nuda o semivestita per casa. Dopo la sua scomparsa aveva imparato, purtroppo duramente e troppo presto, che era meglio farsi vedere spogliata in casa il meno possibile.
    
    Si avviò quindi sotto la doccia. In una nicchia nel muro erano allineati, come soldatini, diversi flaconi di bagnoschiuma ai profumi più disparati. Scelse, dopo averli aperti e annusati tutti un paio di volte, quello arancia e cannella. Aprì l’acqua, alzando il viso verso il grande piatto tondo sopra di lei e immergendosi nella cascata che l’avvolse. Iniziò quindi, dopo un poco ad insaponarsi.
    
    I capezzoli si indurirono nuovamente sotto lo sfregamento e un familiare languore la pervase sotto il tiepido, abbondante getto d’acqua. La mano destra si diresse, esperta, oltre l’ombelico, scivolando sulla pelle liscia e morbida fino a perdersi tra le gambe. Iniziò a stuzzicare e accarezzare, prima lentamente, poi sempre più rapida. Venne intensamente, ansimando, con la schiena che sfregava, appoggiata al muro granuloso.
    
    Lentamente la nebbia del piacere evaporò e l’acqua portò via desideri e pensieri. Tornò al centro del bagno, i piccoli piedi nudi lasciarono sul marmo la loro umida immagine, un sentiero che sarebbe presto svanito nel nulla. Si infilò il corto, soffice accappatoio rosso e si asciugò ...