1. Bores contò il passaggio di undici monache e sette preti.


    Data: 26/10/2017, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Caliban, Fonte: RaccontiMilu

    ... ‘Stupido! Stupido! Stupido!’, rientrò nel locale. Lei era ancora seduta che guardava verso la porta, quando riapparve un sorriso intenso le illuminò il volto.
    
    Lui scrollò due volte la testa mentre la vocina continuava a martellarlo in testa. ‘Stupido! Stupido! Stupido!’. Le fece un gesto d’invito con la testa e uscì di nuovo. Lei si alzò di scatto correndo fuori e seguendolo.
    
    Camminarono in silenzio finché giunsero al suo appartamento. L’attico con mansarda di un palazzo classico, molto bello, anche se rovinato dal tempo e da una certa incuria. Lei si aggirò per la casa curiosa e stupita. Era arredata in modo molto moderno, con un aria informale e con alcuni oggetti probabilmente di design e molto costosi. Il pavimento era invece tutto in legno, con parquet di sfumature differenti da una stanza all’altra.
    
    Bores la condusse nel salotto, le indicò il divano e la tv, un maxischermo al plasma che occupava il centro di una parete.
    
    – Mettiti qui, io devo proprio farmi una doccia, e direi che ne avresti bisogno anche tu, ti lascerò poi nel bagno un paio di asciugamani e un accappatoio –
    
    Lei gli fece ancora una linguaccia, poi si sfilò le scarpe scalciandole in mezzo alla stanza, delle ballerine consunte e sformate e si tuffò sul grande divano ad isola che occupava il centro della stanza. Scrollando sempre la testa e cercando di non ascoltare la costante vocina che si ripeteva in lui, si avviò verso il bagno.
    
    Si spogliò nella cabina armadi che lo separava dalla ...
    ... camera da letto. Pochi attimi ed era sotto la doccia, a sciacquare nell’acqua tiepida e nel bagnoschiuma more e muschio ogni pensiero.
    
    Gin si alzò quasi subito dal divano e lo seguì scalza, silenziosa e curiosa. Passo attraverso la camera da letto e si avvicinò al bagno, la cui porta a soffietto era aperta. Sentì lo scroscio d’acqua della doccia e rimase ad osservare.
    
    Il bagno era molto grande, tutto in una pietra ruvida di color sabbia, che dava una calda, granulosa sensazione piacevole sulle sue mani, mentre ne accarezzava le pareti. In un angolo c’era una grande vasca idromassaggio triangolare. Nell’altro una specie di basso tramezzo ondulato in muratura nascondeva alla vista l’occupante della doccia lasciando intravedere in alto solo il grande piatto rotondo da cui scorreva abbondante l’acqua e la risalita dei vapori.
    
    Si sedette in terra appoggiando la schiena al blocco in pietra che racchiudeva i due lavandini gemelli. Dopo alcuni minuti l’acqua smise di scendere e Bores uscì da dietro la doccia, nudo e gocciolante.
    
    – Ti avevo detto di aspettare di là – Disse, prendendo da un gancio un lungo accappatoio di spugna bianco e avvolgendosi in esso.
    
    – Davvero non vuoi che ti faccia un pompino? A me andrebbe molto, ne ho voglia da quando ti ho visto sul metrò –
    
    Lui non rispose, aprì uno sportello in legno, estraendo un piccolo accappatoio rosso e un paio di asciugamani dello stesso colore, quindi si avvicinò a lei e glieli lasciò cadere in grembo.
    
    – Usa questi ...
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