1. La Caduta, Atto sesto: degli opposti sentimenti di Aristarda e Septimo e della congiura.


    Data: 16/12/2022, Categorie: Erotici Racconti Racconti Erotici, Etero Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    Ordunque accadde che Septimo fece ritorno in Roma, acclamato dal popolo e molti furon dimentichi dei recenti avventimenti. L’ombra del sacrilegio ancora incombeva su di lui, ma egli non se ne facea problema. In Senato, sempre meno erano i suoi avversari. Serena Prima invece, pur tornata a Roma, già pianificava le prossime mosse di una controffensiva volta a distruggere definitivamente Aristarda. Già le forze lealiste avevano inseguito i nemici sin oltre Renneus, lungo i monti Pirenei. Quivi, le forze lealiste subirono una prima battuta d’arresto quando Aristarda Nera, al comando della sua guardia personale e dell’esercito in rotta, tese un imboscata e abbatté Niverio Siriaco, al comando delle forze lealiste. I ribelli poterono dunque impadronirsi delle insegne della Legio Rapax e spinsero alla ritirata i lealisti. La breve vittoria permise ad Aristarda di tirare il fiato, facendo ripiegare le sue forze lungo i Pirenei. Ma la vittoria, pur indiscutibile, non era stata priva di perdite: moltissimi dei feriti di Brixiate, privi di assistenza medica, erano peggiorati, di fatto spirando sulle lettighe degli ospedali da campo. Altri avevano richiesto di coprire la ritirata dei compagni ed erano rimasti indietro, a gruppi di tre o quattro, retroguardie volontariamente votate al sacrificio per guadagnare il tempo necessario agli alleati per ripiegare. Complessivamente, il bilancio della Battaglia di Brixiate poté così dirsi completo: I lealisti subirono ...
    ... ventimilasettecentottantasei vittime tra morti e feriti. I ribelli invece persero diciassettemilaquattrocentoventitré uomini durante Brixiate e altri cinquemila nei giorni successivi, a cui andavano ad aggiungersi i morti per ferite o malattia ed eventuali rari disertori.
    
    Septimo Nero sorrise. Nel banchetto offerto per festeggiare la vittoria erano confluiti i generali vittoriosi, con l’eccezione di Serena Prima, che aveva rapidamente preso il comando delle truppe del defunto Niverio. Ethelus e il Legato della fu Septima Legio erano lì, insieme a Tribuni e Centurioni. Il cibo abbondava, il vino scorreva a fiumi e tutti loro festeggiavano, allietati da danzatrici, suonatori e suonatrici ed altri piaceri. -Imperator. A cosa volgon i tuoi pensieri in questa dolce notte?-, chiese una delle concubine imperiali. Ella era Delsia Armisa Peona, una giovane dagli occhi stranamente a mandorla, la carnagione ambrata dei discendenti del Kelreas e il viso angelicamente bello, incorniciato dai capelli argentei. Era la sua favorita. L’unica che potesse permettersi sifatte domande. -Mia soave Delsia.-, sorrise lui notandone la presenza che, assorto com’era stato nei suoi pensieri, non aveva precedentemente percepito, -Invero son cose da nulla. Son solo pensieri momentanei.-. -Comprendo, mio signore. Posso io, umile serva, sollevarti dal tuo cogitare?-, chiese lei. L’Imperator sorrise. Certo che poteva! Lasciò rapidamente la festa, che già stava degenerando in un’orgia bella e buona. Si diressero verso le stanze ...
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