1. Perdiamoci di vista


    Data: 05/12/2022, Categorie: Etero Autore: fabioGT, Fonte: EroticiRacconti

    ... accoglierne la punta. Un naufragio mica male, direi. Erano quei sublimi momenti in cui non vedi l'ora di farti travolgere dall'apice del piacere, ma nel contempo vorresti che non giunga mai. Tuttavia quel momento arrivò, e vi assicuro che non lo dimenticherò nemmeno se dovessero sottopormi a un ciclo di elettroshock. L'orgasmo sboccò vibrante e indicibile, proseguì con intensità crescente, finché quasi persi i sensi per overdose di godimento. Tentai stoicamente di tenere gli occhi aperti, per gustarmi la visione di quei seni tanto ampollosi, che strangolavano il mio fortunato pene, lasciando che l'eruzione di sperma si espandesse lungo la maggiore superficie possibile, avendo premura di non disperderne una goccia. Ma al momento clou dovetti serrarli, e fu un bene, visto che potei abbandonarmi al piacere assoluto. Ma ancor più delle sue tettone da sogno, amo ricordare il sorriso disincantato. Nel senso che esprimeva gioia ed estasi all'unisono. E felicità e gaudio perché stava facendo provare le gioie del Paradiso a una persona a cui voleva un bene dell'anima.
    
    Quando fui in grado di connettere la mia Sofia si soffermò ancora qualche minuto nella medesima postura, e cioè a bocconi su di me, le bocce solcate da rivoli di sperma, che ancora placcavano un'erezione che non accennava a scemare.
    
    L'incanto terminò dopo che, depositato un lungo bacio sulla punta del mio cazzo, si drizzò in piedi e annunciò che tornava a farsi una doccia. Non mi propose di farle compagnia, e come ...
    ... darle torto? Ero ridotto a uno straccio, mezzo stordito e prossimo a ripiombare nel mondo dei sogni. E così fu.
    
    Ma non subito. Prima di arredermi a Morfeo mi permisi una veniale scorrettezza, di cui vi riferirò fra non molto. Del resto, in amore e in guerra tutto è lecito. Poi sì: fu sonno appagante, rapido e profondo, oltre che privo di sogni. E buonanotte ai suonatori.
    
    Mi ridestai poco prima delle dieci del mattino, giusto in tempo per non essere cacciato dalla camera, che andava liberata entro breve.
    
    Nessuna traccia di Sofia, naturalmente.
    
    Di lei solo l'aroma del suo Chanel n.5 nell'aria, oltre che un fazzoletto bianco lasciato in piena vista sul comodino.
    
    "TI RICORDERO' PER SEMPRE", vi aveva scritto sopra, in stampatello, col rossetto. Con in calce l'impronta rosea delle sue labbra, a forma di cuore. Fazzoletto che conservo intatto ancora adesso. E che custodirò gelosamente finché avrò vita.
    
    Ma non finì lì. Perdiamoci di vista, pensai, giusto o sbagliato che sia, ma non subito subito.
    
    Ci saremmo rivisti ancora una volta, l'ultima, un mesetto più tardi.
    
    Di sicuro dovevo metterci una pietra sopra. Nella corsa alla conquista di Sofia ero arrivato secondo, e con parecchi anni di ritardo, visto che aveva conosciuto il futuro marito in età molto giovane. Al vincitore spettava l'intera posta, al perdente un par de ciufoli. Non avevo alcuna chance di scalzarlo. In ambito ciclistico si è soliti filosofeggiare sul secondo arrivato, asserendo che è il primo ...
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