1. La Caduta. Atto tredicesimo. Della Battaglia di Agripatus.


    Data: 21/06/2022, Categorie: Racconti Erotici, Etero Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... altrettanto combattuta. -Uscite. Tutti. Tranne Megista e Ilthea.-, ordinò infine l’Imperatrix. Lo fecero. Rimaste sole, le tre donne si assieparono attorno al tavolo ingombro di mappe tattiche, rapporti e oloproiettori spenti. -C’è altro?-, chiese soltanto Aristarda, -Non voglio che mi sia nascosto nulla.-. -Un sacrificio. Un braccio per un pezzo di terra.-, disse Megista dopo aver lanciato e contemplato nuovamente i bastoncini. Era una pratica oracolare antica, provata sin da Licanes ma raramente eseguita. -Un braccio? L’Imperatrix perderà un braccio?-, chiese Ilthea con uno sguardo stupito e preoccupato. Megista alzò una mano, chiedeva silenzio. -Un braccio per un pezzo di terra. Un vento di strage.-, disse. -Dovessi perdere entrambe le braccia andrei lo stesso. Roma mi attende. E quest’Impero da troppo tempo brama insoddisfatto la pace!-, esclamò Aristarda. -Mia signora! Vi supplico, non ditelo!-, rispose Ilthea, -Voi dovete vivere!-. -Non vivrò da sconfitta o serva, mia dolce Ilthea. Megista, cos’altro hai visto?-, chiese. Alla domanda dell’Imperatrix, la veggente rimase silente. -Io vedo… una lama. Una lama fulgida.-, disse infine la vecchia. -Una lama?-, chiese Ilthea. “Una lama…”, pensò Aristarda. Il pensiero di quanto dettole da Serena Prima le passò per la mente, il Coltello della Fondatrice. Non l’aveva consegnato alla Stirpe. E ora? Sarebbe riapparso? L’Esule era forse Alexander Varus? O qualcun altro? -Le mura di legno…-, iniziò Ilthea. -Un sacrificio ...
    ... necessario. Un braccio perso.-, rispose Megista, -Non chiedere altro.-. Aristarda annuì, comprensiva. Bevve appena l’acqua dal calice che le avevano preparato. -Fai chiamare Nearco. Fagli radunare le flotte. E fai costruire altre navi. Legno o resina non importa. La nostra flotta deve aumentare. Questa battaglia la vinceremo. Ad ogni costo.-. Ilthea annuì e uscì, seguita da Megista.
    
    Amsio Calus stava copulando piano con Efia. La giovane aveva lo stesso entusiasmo, ma non così l’Imperator, la cui mente vagava tra i ricordi, cercando di capire il senso dell’ultimo gesto di Ausper. Il pensiero non sembrava volergli dare tregua. Lo aveva perseguitato in sonno, durante una riunione al Senato e ora lì, tra le coltri del talamo di Efia. La giovane pareva intuire il turbamento dell’Imperator e si sfilò da sopra di lui. -Mio signore, cosa vi turba?-, chiese. Calus sospirò. Inutile fingere. -Devo capire… una cosa.-, disse, -Ti prego di non avermene a male. Non è colpa tua.-. Lei sorrise, -Ho una ricetta per un elisir della mia gente, nobile signore. Ti renderà nuovamente… possente e spensierato.-. Lui annuì. -Vallo a prendere. Io ti aspetterò.-. Appena la giovane si fu vestita e fu uscita, Calus si rivestì e fece chiamare Ausper. L’indovino entrò. Piano, lento, senza emettere un suono. -Mi cercasti, Imperator.-, disse. Nessun altro onorifico, solo Imperator. Solo quello. -La coppa durante la festa. Cosa volevi dire?-, chiese Calus. -Ora t’interessa? Notevole quanto tu abbia tentennato. Erano ...
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