1. La Caduta. Atto tredicesimo. Della Battaglia di Agripatus.


    Data: 21/06/2022, Categorie: Racconti Erotici, Etero Lesbo Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... governatore di Kipares, Lucio Asiatico Secondo accolse l’Imperatrix in esilio con tutti gli onori, prodigandosi perché le sue forze fossero alloggiate, i feriti curati e i morti onorati come secondo le usanze. Le Vestali del Kelreas accorsero, riconoscendo nell’arrivo di Aristarda un possibile avvento di quella redenzione a lungo attesa. Con loro giunsero anche i Sacerdoti di Yneas, il culto del Dio dei Morti, officianti le cerimonie per garantire ai caduti una lieta transizione verso l’Oltre, affinché il giudice dei defunti fosse loro benevolo. Non vi era modo di ritrovare tutti, e di molti i corpi erano irreperibili. Aristarda officiò personalmente un servizio funebre ai caduti i cui resti mortali non vennero trovati. Nell’acqua sino alla vita, battuta dalle onde del mare, alzava la fiamma nella mano destra, a simboleggiare il viaggio dell’anima. Grande fu lo stupore dei presenti dacché nessun vento né onda spense il lume. Gli Dei guardavano con favore a quella cerimonia? Nessuno ebbe modo di dare risposta alla domanda. Come nessuno sapeva dove fosse Shrike o i Justicarii, sebbene molti li avessero visti combattere sui ponti di navi nemiche. Il servizio funebre per gli altri caduti fu compiuto secondo le usanze di Licanes, ma vi furono due eccezioni. Ildeo, il valoroso capitano della Valdor, fu insignito dei Laurii ...
    ... Maximi, la massima onorificenza militare di Roma. Non venendo trovato il suo corpo, un’armatura vuota fu tumulata in una tomba che sarebbe rimasta a imperitura memoria del suo valore. La seconda eccezione riguardava Ilthea. Il corpo dell’amazzone era stato composto secondo i riti del Kelreas, lavato e purificato. Aristarda pianse calde lacrime mentre, alla presenza del neo-promosso Ammiraglio Voldus e di Malca Thanis cantava le lodi alla Dea Madre del Kelreas affinché proteggesse e serbasse l’anima di Ilthea, guerriera coraggiosa e indomita, amata dall’Imperatrix in esilio e prima delle sue Guardie. -Mia signora, la profezia non si è realizzata.-, fece notare un Legato, -Avete vinto, preso terra a Kipares. L’Italica è in vista e non vi sono flotte nemiche a fermarvi. Le vostre braccia sono ancora entrambe al loro posto!-. L’Imperatrix guardò l’uomo mentre la pira con il corpo di Ilthea bruciava piano e la Guardia Victrix alzava le armi in muto omaggio. -Ho perso il braccio più prezioso. Quello che reggeva lo scudo, mai ve ne saranno di euguali.-, disse con gli occhi gonfi di lacrime, -Prego gli Dei che Vera Nemlia sia ancora in vita.-. A quella frase, nessuno osò replicare. Mentre il vento soffiava forte, lo sguardo dell’Imperatrix esule si volse verso occidente e poi oriente. Dov’era Vera Nemlia? Dov’era Alexander Varus? 
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