1. Alessia


    Data: 18/01/2022, Categorie: Incesti Autore: Hygge, Fonte: EroticiRacconti

    ... Alessia, ora piuttosto vicini, avevano lo stesso sentore di lavanda che aleggiava nella stanza, misto a sudore. Acre odore di femmina, di femmina in calore. La ragazza aveva dolcemente posato una mano sul suo collo ed avvicinandosi al suo orecchio gli aveva sussurrato: “mi vuoi? Perché io ti voglio, ti voglio tantissimo”.
    
    “M-m-mi vuoi..?” balbettò lui.
    
    “Andiamo Michè, non sarai mica stupido”, aveva detto, con tono stizzito. La sua mano era poi lentamente scivolata giù, sino alla patta dei suoi pantaloni. “Lui sembra aver capito piuttosto bene”, aveva aggiunto.
    
    Aveva afferrato il suo pacco, stringendolo con tanta foga da fargli quasi male. Con l’altra mano gli aveva preso invece la faccia. Cominciò ad armeggiare con la sua cintura. I loro volti erano a pochi centimetri l’uno dall’altro. Michele sentiva l’aria uscire dai suoi polmoni, calda e dolciastra: avrebbero potuto baciarsi ma nessuno dei due lo avrebbe fatto: lui era come paralizzato mentre lei, forse, non voleva affatto. Si liberò della cintura, tirò l’elastico delle mutande e, afferrato direttamente il suo pezzo di carne viva, lo afferrò nella gelida mano, cominciando a muoverla.
    
    “C-cosa…” aveva provato a dire lui.
    
    “Smettila, non devi dire niente” lo aveva subito redarguito lei, “questo devi fare, piuttosto”, aveva aggiunto, afferrandogli la mano e mettendosela sulla natica. Lui, dapprima inerte, aveva poi afferrato saldamente il fondoschiena della cugina, con ambo le mani.
    
    “Uuuuh ma cosa abbiamo ...
    ... qui?” aveva detto lei con sorriso beffardo. Aveva frugato tra le sue gambe, tastando accuratamente il suo membro dai testicoli alla punta, e ritorno: “è un mattone. E sembra anche bello grosso”, aveva aggiunto, mordendosi un labbro.
    
    Era scesa dalle sue gambe e, inginocchiandosi sotto di lui, gli aveva tirato giù i pantaloni quel tanto che bastava per far schizzare fuori il suo membro, dritto come una molla.
    
    Michele non riusciva a proferire parola: il suo cervello era completamente privo di sangue.
    
    Avrebbe forse voluto afferrare Alessia per i fianchi e sbatterla violentemente sul pavimento. Eppure, era completamente soggiogato. Carponi tra le sue gambe l’aveva guardato, sollevando un poco il sopracciglio, ed aveva prontamente sfilato un elastico dal polso e si era legata i capelli, a coda di cavallo. Poi aveva chiesto: “sei pulito, vero?”, guardandolo sottecchi.
    
    “I-in che senso? Non ho alcuna malattia” aveva risposto lui.
    
    “No, idiota, intendo se ti lavi”.
    
    “Sì, certo che mi lavo”.
    
    “Oh, andiamo, guarda che faccia” aveva detto, prima di afferrare la sua asta come fosse una cloche. “Voglio solo vedere come mi sta in bocca, e se ha lo stesso sapore degli altri”.
    
    Michele era andato fino in fondo con una sola ragazza, fino a quel momento. Marianna, la sua ex. Erano stati insieme almeno due anni e, malgrado fossero piuttosto in intimità, lei si era sempre rifiutata di praticargli sesso orale. Aveva avuto altre ragazze con le quali non si era spinto così in ...
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