1. Alessia


    Data: 18/01/2022, Categorie: Incesti Autore: Hygge, Fonte: EroticiRacconti

    Alessia era una bellezza acqua e sapone, dal viso morbido ed il naso all’insù. Aveva guance leggermente rotonde e labbra rosse, come more essiccate al sole. I suoi capelli erano mossi, neri e lunghi fin sotto le spalle, sostenuti da un collo lungo e femminile, come quello di un cigno.
    
    Il seno, piccolo e contenuto, accompagnava dolcemente la discesa dello sguardo lungo la vita, stretta, fino al fondoschiena dove terminava in un mandolino piuttosto appariscente, di quelli che si fanno guardare fino a scomparire dietro l’orizzonte.
    
    Malgrado la sua invidiabile bellezza, Alessia passava spesso inosservata: era certamente di bella presenza, alta, giovane e sinuosa ma non parlava molto e non gradiva particolarmente essere al centro dell’attenzione. In altre parole, come suo cugino Giacomo era solito dire di lei, era una “bella che non balla”.
    
    Ed era quantomai vero. La sua timidezza, tanto con gli estranei quanto se non più con i familiari, era proverbiale al punto che spesso, anche quando interpellata, le parole le andavano cacciate di bocca.
    
    Michele, dal canto suo, era sempre stato affascinato dalla sua figura e dai suoi silenzi più che dà ciò che la cugina avesse da dire. In particolare, era misticamente attratto dalle sue gambe: c’era qualcosa di fatalmente elegante nel modo in cui, tenere ma consistenti, passavano per la sottile caviglia e terminavano in un paio di piedini, affusolati e sinuosi, sempre in ordine e perfettamente smaltati.
    
    La sua pelle, pallida, ...
    ... rendeva quelle linee ancor più delicate, quasi che appartenessero ad una rara porcellana, lucidata in maniera impeccabile e custodita non troppo gelosamente.
    
    Quel giorno, non diverso dagli altri, la sua attenzione fluttuava libera per il soggiorno di sua zia. Gli occhi vagavano, alternandosi tra qualche particolare della stanza, qualche riga del libro e posandosi, po’ più spesso, sul giovane corpo di Alessia, gettato sul divano, a pochi passi da lui.
    
    Sua zia Carlotta e Ginevra, sua madre, erano intente a ciarlare come loro solito la domenica pomeriggio, bevendo a piccoli sorsi del bollente tè nero. Michele aveva sempre trovato qualcosa di pomposo in quell’usanza, di pavonesco. Aveva tra le mani un vecchio e noiosissimo romanzo, preso dallo scaffale solamente per ammazzare il tempo, seduto sulla grossa poltrona, una volta ad uso esclusivo del nonno. Dirimpetto a lui, sua cugina sfogliava un pesante libro di letteratura latina, in vista dell’esame di maturità. Indossava ancora il lungo e sobrio vestito azzurro, residuo della messa mattutina ma aveva tolto le calze ed ora le sue lunghissime gambe lunghe erano adagiate sulla chiara pelle del divano. La punta del piede destro, disciolto dal piccolo sandalo color legno, solleticava il tallone destro con movimento lento, ritmico, quasi ipnotico, che lo tratteneva a tal punto che, tra uno sguardo e l’altro, verificava che la cugina non si avvedesse del suo intenso osservare. Quando le sembrava particolarmente assorta, partiva ...
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