1. Voli di Gioventù


    Data: 19/10/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: cagliostrus, Fonte: EroticiRacconti

    ... spingeva il pube, ansimando forte, alla ricerca di un impossibile fisting, della sua fichetta troppo stretta. Le sue intenzioni erano chiare, ma i suoi gesti apparivano scoordinati e scomposti da un’eccitazione troppo forte. "Lascia fare a me" le sussurrai, ormai completamente sveglio e travolto dal suo desiderio.
    
    Mi abbassai sul suo pube e affondai la bocca fra le sue cosce. Schiacciando il naso contro il suo clitoride presi ad affondare la lingua a colpi secchi nella profondità grondante di umori. Il suo sapore era così inebriante e fresco che fui preso dalla fantasia di nutrirmi di lei e cominciai a mordicchiarla. Lei gemeva. Guardando in su, vidi che tentava di soffocare i singulti mordendo il bordo del cuscino. Mi inginocchiai e afferrai le sue gambe leggere, portandomele sulle spalle. La mia verga dura non ebbe bisogno di alcuna guida per affondare nel vortice dilatato del suo... 'cogno'.
    
    Mi irrigidii spingendo il mio pube contro il suo. Le sue cosce si spalancarono scendendo giù dalle mie spalle. L’afferrai per il bacino tenendolo ben fermo, distesi le mie gambe e cominciai a martellarla di colpi. Dopo un po’ mi fermai e appoggiai il peso del busto sugli avambracci appoggiando il mio ventre sul suo, che si scuoteva per gli spasmi dell’orgasmo. Mi tirai su allungando completamente le braccia e lei, temendo forse che stessi per uscire, chiuse le sue gambe sui miei glutei, immobilizzandomi. Contemporaneamente si avvinghiò con le braccia attorno al mio collo, ...
    ... sollevandosi così completamente dal piano del letto, aggrappata a me come un opossum.
    
    Non resistetti e ruotai di lato finendo sotto di lei, che non mollava la presa, trattenendo ancora il mio membro dentro di sé. Lentamente cominciò a cavalcarmi, come era solita fare quando voleva il mio piacere. Ero a mia volta preda di spasmi irrefrenabili. Sbattendo la testa qua e là tentavo di soffocare i miei gemiti mordendomi una mano. Era quello che le ci voleva per tornare ad eccitarsi. Perso ogni controllo cominciammo ad ansimare entrambe, rumorosamente. Lei sapeva ormai perfettamente dove e come arrivare e infine riempimmo la stanza del canto del nostro sfrenato godere. Poi, ancora incuranti dell’amica nella stanza, ci riaddormentammo dolcemente sbaciucchiandoci, esausti, l’uno nelle braccia dell’altra.
    
    Mi risvegliai alle prime luci di un’alba chiara, che illuminava completamente l’ambiente. Sdraiato lungo il bordo del letto, lo sguardo rivolto verso l’altro lato della stanza, dov’era il letto su cui Cristina dormiva raggomitolata, presi coscienza di un suono ritmico e soffocato, la cui natura non mi fu subito chiara.
    
    Mi ci vollero diversi secondi prima di capire che si trattava di un singhiozzo ripetuto ogni due o tre secondi: era Cristina che piangeva. Mi alzai lentamente a sedere sul bordo del letto, rattristato e perplesso. ‘Gesù, povera Cristina!’, pensavo e silenziosamente mi mossi verso di lei, m’inginocchiai accanto al suo letto e dolcemente presi a carezzarle la spalla e ...