1. CarSex


    Data: 30/09/2021, Categorie: Voyeur Autore: Turbidum, Fonte: EroticiRacconti

    ... probabilmente figlio del primo, magro, piccolino, fisico nervoso, l’espressione di quello che a scuola si mette all'ultimo banco per torturare le ragazzine con lanci di sassi fatti di carta. In fine un terzo di colore, alto, taurino. I tre si avvicinarono al TIR a fianco al Voyager battendo le mani e soffiandoci per scaldarle. Scese anche Lui. Era alto, probabilmente superava il metro e novanta, sui 50, i lineamenti decisi dell'est Europa, lo sguardo duro allegro e malinconico.
    
    Il gruppo di uomini si radunò a pochi metri da noi, come per una riunione improvvisata. Lei si ricompose e si mise a fissarli incuriosita.
    
    "Dici che ci stavano spiando!"
    
    "Probabile!" risposi un po' divertito.
    
    "Ti dà fastidio?"
    
    Mi sorrise maliziosa
    
    "Se non dà fastidio a te...."
    
    "Bhe direi che sono qui per te...mica per me!"
    
    Lei si mise a ridere, stringendo gli occhi in un'espressione dolcissima
    
    "E chi te lo dice!? solito machista!" mi rispose ridendo.
    
    "Sei seria? pensi sia un raduno di camionisti gay per un concerto dei Village People? ....ok ok! facciamo così ! ora scendi dalla macchina e vai nel bar dell'autogrill per comprare una cioccolata calda... se ti seguono vogliono te, se rimangono qui allora vogliono me!"
    
    Lo dissi ridendo, ma raccolse la sfida.
    
    "E tu che fai?"
    
    "Io ti aspetto qui, nel retro della macchina, i sedili si spostano....si stendono..." la presi in giro
    
    "OK!"
    
    Si stava divertendo! fece per prendere le mutandine....
    
    Io le afferrai la ...
    ... mano
    
    "Eh no!"
    
    mi fissò con aria interrogativa
    
    "Vai fuori così...niente mutande, niente cappotto!"
    
    "Ma cazzo fuori fa un freddo cane! "
    
    "il bar disterà 20 metri al massimo! e poi se vuoi giocare facciamolo bene altrimenti meglio lasciar perdere!"
    
    Mi guardò crudele, poi sorrise e senza dire nulla si infilò le scarpe e usci dalla macchina.
    
    La vidi allontanarsi, il vestitino di lana non era particolarmente aderente, ma intorno al sedere prendeva una curva più soffice lasciando spazio alla fantasia.
    
    Il bar anche a quell'ora era tutt'altro che vuoto. Le cameriere con il viso stanco stavano ripulendo i tavoli e un barista dalla divisa ormai sgualcita era intento a preparare i caffè della notte. Mi avvicinai alla casa dove mi accodai ad un gruppo di ragazzi spagnoli che attendevano il loro turno. Fu in quel momento che li vidi entrare. Il primo era Lui. Si guardò un po' in torno prima di incrociare il mio sguardo, lo fissai per qualche istante e tornai a rivolgerlo indifferente alla fila davanti a me. Gli altri lo seguirono a ruota con le espressioni divertite da coglionazzi di gita di terza.
    
    “Cazzo sono arrivati i Village!” pensai con un sorriso.
    
    Mi sarei dovuta preoccupare? Di cosa? Di quattro ragazzini che fingono di comprare la pasta dell’autogrill per potermi guardare il culo?
    
    La cassiera era intenta a cambiare il rotolo dello scontrino e i ragazzi mezzi addormentati fissavano il vuoto.
    
    Avvertì la loro presenza dietro di me. Rivolsi lo sguardo in ...
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