1. Oltre il lavoro - Pt. 2


    Data: 05/10/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Gda476, Fonte: EroticiRacconti

    ... andrà stasera. Se sarò soddisfatto, domani potrà venire in ufficio a firmare i documenti per il periodo di prova”
    
    “Sì signore” rispose prontamente Emma che non sapeva bene se poteva guardarlo o meno.
    
    Intanto lui si sedette di fronte a lei sul divano a gustare il suo whisky.
    
    “Se alla fine della serata sarai considerata degna, potrai affrontare il periodo di prova per diventare la mia sottomessa. Quando saremo soli, io ti darò del tu e ti chiamerò come vorrò io dandoti tutti gli appellativi che mi passeranno per la testa. In pubblico e al lavoro mi rivolgerò a te sempre dandoti del lei come faccio con tutte le altre impiegate. Tu invece in pubblico mi darai sempre del lei chiamandomi Signor Perri e solo in privato mi chiamerai Signore. Se vorrò essere chiamato in un altro modo te lo dirò”.
    
    Mentre parlava la fissava. Aveva un tono decisamente autoritario e serio ed Emma non esitò a rispondere “Si signore” appena lui ebbe finito la frase.
    
    “Bene. La sera ci vedremo in questo appartamento quando lo vorrò e tu sarai sempre disponibile. Non ci sono scuse. Verrai avvisata ovviamente. Ho una famiglia e mi devo organizzare, non pensare che sia per fare un favore a te. Durante il giorno ci vedremo in ufficio, avrai la scrivania di fronte alla mia stanza. Quando ti chiamerò dovrai venire nella mia stanza e se non ti dirò nulla lascerai la porta aperta e ti comporterai come una brava segretaria.” Bevve un sorso di whisky ed Emma si affrettò a dire subito “Certo ...
    ... Signore”.
    
    “Se ti dirò di chiudere la porta invece, sarà come essere qui. Quando siamo soli voglio che tu non stia mai al mio livello. Sei la mia sottomessa e come tale devi comportarti. Se vorrò vederti in piedi te lo dirò, altrimenti, qualsiasi cosa la dovrai fare in ginocchio o carponi. Se ti dirò di chiudere la porta, lo farai e a carponi ti avvicinerai a me per conoscere l’ordine.”
    
    Fece un’altra pausa, ed Emma annuendo convinta disse il suo “Si Signore”. Stava facendo il possibile per ricordarsi tutto ma più lui andava avanti con le regole, più si eccitava e avrebbe voluto che lui la possedesse.
    
    “Ottimo. Se non ti do ordini tu non ti muovi. Qualsiasi cosa tu senta o veda o ti venga fatta, tu non ti muovi se non te lo dico io. Se non ti dico di guardarmi in faccia tu tieni lo sguardo ai miei piedi. Se ti dico di fare una cosa, esegui l’ordine nel modo più preciso possibile. Se non ti dico che puoi fare qualcosa, tu non la fai. Quando siamo soli, non hai il permesso di fare nulla se non te lo dico io. Chiaro?”
    
    “Assolutamente si signore” disse Emma sempre più eccitata e bagnata.
    
    “Se non ti dico che puoi godere, tu non godi. Il tuo compito è quello di soddisfare me. Il tuo corpo non merita attenzioni, non meriti nulla.”
    
    “Si signore, non merito nulla Signore.”
    
    Emma aveva perso ogni lucidità, era eccitata come non lo era mai stata in vita sua e lui non l’aveva neanche toccata.
    
    “Domande fino a qui?”
    
    “No signore, grazie per averlo chiesto”
    
    “Brava. Sicura di aver ...
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