1. Il collegio (settimo capitolo)


    Data: 02/10/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: Alba17, Fonte: EroticiRacconti

    ... Non so a che ora riuscii a prendere sonno, quando Brikena mi svegliò.
    
    “Che c’è?” - le domandai assonnata.
    
    “Alzati che dobbiamo fare la doccia”. - mi rispose.
    
    “Che ore sono? Che giorno è?”
    
    “Sono le due ed è giovedì”.
    
    Non riuscivo a mettere a fuoco la situazione. La luce era accesa. Tutte le ragazze si erano alzate e si stavano preparando.
    
    “ Le due? Ma siete impazzite? Alle due del mattino bisogna farsi la doccia?”
    
    “Giò, - mi disse paziente Brikena - ieri la nostra direttrice è venuta in camera per dirci che se vogliamo lavarci, per un po’ di tempo dovremo fare la doccia alle due del mattino. Perché, non so come mai, quella cazzo di caldaia si scalda solo a quest’ora”.
    
    “Lasciami in pace, Briki! Io ho sonno”. - mi lamentai.
    
    Mi tirò giù dal letto dicendomi, che se avessi voluto continuare a dormire con lei, non dovevo puzzare. Mi mise in mano il mio accappatoio e mi disse di sbrigarmi.
    
    Assonnata, scendemmo negli scantinati del piano sotterraneo.
    
    Quel posto, che usavamo sempre per far la doccia o anche per lavarci il viso o qualche capo di biancheria quando non c’era acqua nei piani alti, mi faceva paura di giorno, figurarsi di notte. Tubi di acciaio dappertutto, soprattutto agli angoli del soffitto, di diversi spessori, sembravano le ossa di uno scheletro gigante seppellite nel sotterraneo. Ogni volta avevo l’impressione che quello scheletro avrebbe preso vita e ci avrebbe soffocate con le sue braccia. L’avevo soprannominato le docce dei campi di ...
    ... concentramento, e dicevo che prima o poi, al posto dell’acqua, che veniva scaldata da una caldaia a legna, ci sarebbe arrivato il gas per farci morire tutte.
    
    Non so quante docce erano in tutto, ma si trovavano in due file parallele, con due entrate diverse, che comunicavano tra loro tramite una porta posta nel muro divisorio.
    
    Dall’altra parte supponevo che si stessero lavando le altre ragazze più grandi. Non le vedevo, ma sentivo il loro mormorio.
    
    Stavo brontolando con Brikena:
    
    “Ma perché dobbiamo lavarci alle due del mattino? Sono impazziti?”
    
    Non mi resi conto della presenza della dirigente finché quest’ultima non mi rimproverò:
    
    “Cosa credi, signorina, che mi diverta a venire da casa mia qui alle due del mattino perché voi vi laviate? Dovrei chiedervi scusa del disturbo perché voi, poverine, lavorate a orari prolungati?... Adesso veloci, due per ogni cabina doccia, perché finisce l’acqua”.
    
    “Cosaaa? - domandai incredula - due per ogni doccia?”
    
    In quel momento, per farmi stare zitta, Brikena mi trascinò velocemente all’interno di una cabina.
    
    Un Dio sa quanto imbarazzo provai quando iniziai a spogliarmi. Non solo io ma tutte le ragazze erano in difficoltà. Appendemmo ai chiodi che si trovavano dietro la porta i nostri accappatoi e il nostro cambio. Nessuna di noi fece la doccia nuda. Tutte quante, compresa Brikena, che di solito era meno inibita, ci lavammo con l’intimo addosso. Ad un certo punto Brikena urlò un “vaffanculo” e si tolse il reggiseno e ...