1. Il collegio (settimo capitolo)


    Data: 02/10/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: Alba17, Fonte: EroticiRacconti

    ... classe regnava un silenzio tombale. Solo in quel momento capimmo il piano del professore, ma le parole ci morivano in qualche angolo del cervello e non riuscimmo a collegarle con la lingua per esprimere il nostro disappunto o la nostra meraviglia.
    
    Improvvisamente mi alzai in piedi e cominciai ad interrogare il professore:
    
    “Quindi prof, non so se ho capito bene, ma lei vorrebbe che facessimo un corso intensivo con lei nelle ore di lezione?”
    
    “Sì, Giò, per forza. Siete troppo indietro”.
    
    “Questo lo so, ma non so se ho capito bene... noi la dobbiamo pure pagare?”
    
    “Mi sembra giusto. Io dovrò lavorare il triplo per farvi recuperare due anni perduti di tedesco e portarvi allo stesso livello con i vostri compagni”.
    
    “Capisco prof, ma tutto questo ‘lavoro massacrante’ dovrebbe venire nelle lezioni?”- continuai a domandare incredula.
    
    Lui annuì.
    
    “Interessante!“ - aggiunsi pungente e con sarcasmo.
    
    “Se ogni tanto avrete bisogno di fare una lezione extra, possiamo fermarci anche qualche pomeriggio una mezz’oretta per rinforzare i concetti, o farmi delle domande”.
    
    “Quanto ci costerebbe questo ‘corso intensivo‘, prof?” - gli domandai a bruciapelo.
    
    Quando ci disse la cifra, i miei occhi uscirono fuori dalle orbite. Era troppo alta per riuscire a sostenerla. Per risparmiare qualcosina andavo a casa una volta al mese invece che ogni settimana o due come faceva la maggior parte delle mie amiche del collegio. Se avessi seguito quel corso, non ce l’avrei fatta ad ...
    ... andare nemmeno ogni due mesi. Non potevo pretendere nulla dai miei. Anche volendo, non avevano la possibilità.
    
    E poi, non erano solo i soldi il problema. A me dava fastidio la sfacciataggine di questo professore che voleva costringerci a fare lezione extra nell'orario scolastico per strapparci soldi. Voleva derubarci con il nostro permesso. Robe da matti, pensai.
    
    I miei pensieri li interruppe la sua voce:
    
    “Ragazzi, io esco un attimo. Parlate, consultatevi tra di voi, e poi mi dite la vostra decisione”.
    
    Una volta uscito il professore, tutta la classe si riunì al mio banco. Parlavano in coro e non capivo cosa dicessero. Alzai la mano per farli tacere e dissi di parlare uno alla volta, ognuno esprimendo il proprio pensiero. Venne fuori che nessuno era d’accordo con il corso a pagamento. Tutti condividevamo che il professore stava facendo una cosa scorretta. Il problema rimaneva chi glielo doveva dire. (In quel momento capii che non ero la sola ad avere difficoltà economiche per sostenere spese extra.)
    
    “Giò - mi disse Armand - glielo devi dire tu”.
    
    Dopo Armand, anche altri dissero che quella che doveva parlare con il professore ero io. Secondo loro ero la persona adatta per parlare a nome di tutta la classe.
    
    “Io non sono sicura di volerlo fare”. - risposi quasi piagnucolando.
    
    “Sei la migliore, Giò - riprese Armand - tu non sei principiante come noi. Lui non potrà mai trovarti in errore, non può intimidirti... Sei brava in tutte le materie. Sai rapportarti ...