1. Il collegio (settimo capitolo)


    Data: 02/10/2017, Categorie: Prime Esperienze Autore: Alba17, Fonte: EroticiRacconti

    UNA GIORNATA DI MERDA (Seconda parte)
    
    Arrivai in classe che la seconda ora era finita.
    
    “Noi due poi ne parliamo” - dissi ad Anila in tono aggressivo.
    
    Mi rispose con un “Ok”, sorpresa, ma non poté chiedermi nulla perché era già arrivata la prof della terza ora, che era anche la nostra tutor.
    
    Fine lezione, la professoressa mi chiamò alla cattedra per consegnarmi le chiavi della classe.
    
    “Giò, sei la persona più adatta che le può tenere, visto che alloggi in collegio. Anche dovessi mancare per qualsiasi motivo, possiamo sempre venire a prenderle. Poi, diciamo la verità, ti vediamo una ragazza responsabile, con la testa a posto. Ci fidiamo di te”.
    
    Risposi un ‘grazie della fiducia’, giusto per educazione.
    
    Presi le chiavi e uscii fuori in cerca di Anila. Gliel’avrei fatta pagare a quella traditrice.
    
    La vidi in compagnia di Klodi.
    
    “Wow, che bel duo!” - dissi pungente.
    
    Klodi si avvicinò per darmi un bacio sulla guancia. Se uno sguardo potesse fulminare, credo che il mio fosse l’esempio.
    
    Lo intimai con il dito: “non azzardarti!”
    
    Poi mi girai verso Anila: “Di cosa state parlando voi due?”
    
    Non le diedi il tempo di rispondere perché subito attaccai Klodi:
    
    “ Tu hai tanto a cuore il mio benessere, vero Klodi? Mi deve tenere d’occhio? Peccato che oggi alla seconda ora non è riuscita nell’intento. Devi cambiare sentinella. Sono scappata fuori dalla classe senza darle la possibilità di avvisarti”.
    
    “Anila, tu mi ritieni tanto ingenua, vero? Facile ...
    ... raggirarmi, giusto? E sai che ti dico?
    
    Hai ragione. È quello il motivo per cui non mi fido facilmente di nessuno.”
    
    Andai via senza dare la possibilità a nessuno dei due di dire una parola.
    
    Non so cosa si dissero tra di loro dopo.
    
    Finita la ricreazione, entrai in classe. Mi misi seduta al solito posto e mi raggiunse pure Anila che ignorai del tutto. In quell’ora avevamo tedesco. Entrò il professor Fatmir, quello con la testa piatta, e subito pretese la nostra attenzione. Voleva parlarci di una questione importante. Cominciò a farci la morale dicendoci che il nostro gruppo era indietro in quella materia e che dovevamo fare uno sforzo enorme, noi e lui, per riuscire a raggiungere gli altri. Fummo d’accordo. Ma non capimmo subito che quella era una trappola per estorcere dei soldi.
    
    Ci arrivò lui dopo un lungo discorso manipolatore, con parole mielose sull’importanza dello studio, sull’estrema necessità di portarci a pari passo con l’altra parte del gruppo, su quanto ci sarebbe servita questa lingua per fare gli stage negli alberghi a 5 stelle o per andare all’estero ecc ecc. Quando vide che tutti condividevamo la sua ‘preoccupazione’ ci disse:
    
    “Ragazzi sappiate che io dovrò procurare molto materiale. Dovrò lavorare il doppio per riuscire a semplificarvi le cose, renderle adatte al vostro livello... farvele capire aiutandovi a metterle in pratica subito... Quindi... - e qui esitò un po’ - quindi dovrete pagarmi un extra”.
    
    Si fermò a guardarci uno ad uno. In ...
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