1. La casa delle bambole


    Data: 25/08/2021, Categorie: Etero Autore: Albatro86, Fonte: RaccontiMilu

    ... spazio per guardarmi negli occhi. I suoi cominciarono a saltare dall’uno all’altro dei miei. Erano leggermente umidi.
    
    Una cosa sicuramente l’avevo capita. Non le era stato semplice parlare.
    
    La lasciai mentre, riprendendo il tono che spesso usavo durante lo studio per rimproverarla di qualche errore di distrazione, le dissi “Però mettiamo subito in chiaro qualche regola…”.
    
    Lei si tirò su il naso e mani davanti al petto attese la fine della frase.
    
    “Quando vengo a trovarti non ti voglio più vedere con le babbucce!”
    
    “Stronzo!” Questa volta fu lei a dirlo. Però sorrideva. Aveva capito le mie intenzioni e io ero riuscito nel mio proposito.
    
    “Io praticamente mi metto nelle tue mani, e tu mi prendi per il culo!” Sottolineò fingendosi offesa.
    
    “Ma io non sto scherzando.” E mi alzai di scatto cercando di raggiungere i suoi piedi con le mani. Si oppose giusto quel poco per non farmela vincere troppo facile. Le tolsi le babbucce e le lanciai alla parte opposta della stanza. “Da domani non voglio vederle mai più”
    
    “Ma dai, cosa ti hanno fatto di male?” pronunciando il labbro inferiore a simulare il suo dispiacere.
    
    “Nulla, ma non mi piacciono…” mi distesi nuovamente accanto a lei ” e hai anche delle ballerine??”
    
    “Certo che ho delle ballerine”
    
    “Via dai miei occhi anche quelle”
    
    “Ma…”
    
    “Niente ma. Non ho mai visto cosa più antisesso delle ballerine. Orrende, orribili, orripilanti, brrr…” Scuotendo collo e braccia ad amplificare il ribrezzo.
    
    “Altro?” ...
    ... Chiese Rosita.
    
    “Sì, basta scherzare” e mi avvicinai nuovamente al viso. La baciai e lei ricambiò. Era il prologo ed entrambi lo sapevamo: non v’era romanticismo, solo voluttà.
    
    Mentre le lingue s’incontravano a metà strada sul confine continuamente ridisegnato dalle nostre labbra, mi ritrovai cavalcioni su di lei. Sciolsi la lingua dall’intreccio con la sua per alzarmi sulle ginocchia e togliermi la maglia. Lei sfruttò quel momento per liberarsi dal reggiseno. Di lei apprezzavo soprattutto gli occhi ed il fondoschiena, ma devo riconoscere che aveva anche un bel seno. Non era grandissimo, ma aveva una bella forma e come potei constatare la settimana prima era anche bello pieno. Quando mi riabbassai su di lei puntai con il viso il suo petto. Cominciai a baciarla sotto il collo costringendola a spostarsi con la testa ogni volta che mi spostavo da un lato all’altro del petto. Lentamente scendevo verso il basso a guadagnarmi i suoi seni. Feci scorrere le labbra sulla sua pelle lasciando che si chiudessero e schiudessero in piccoli intervalli come passi sul suo corpo. Girai attorno ai capezzoli come a voler rendere meno faticosa quella scalata salendo per i fianchi di quelle belle colline. La sommità mi regalò dei capezzoli già inturgiditi che si discostavano nettamente dalla delicatezza fino ad ora assaporata. Li strinsi dolcemente tra le labbra e mi allontanai fino a quando non sfuggirono a quella presa delicata. Vi ritornai, ma questa volta a stringerli furono i denti. La sentii ...