1. Il piacere della trasgressione 1. Brutale.


    Data: 02/08/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: samas2, Fonte: RaccontiMilu

    ... lavorai con gusto. “Succhiamelo, leccamelo, brava, vai avanti così. Sembri una troia professionista”. Tenevo quel pene nerboruto fra le mani e lo succhiavo e leccavo, indifferente, se non compiaciuta, di quell’acre aroma di maschio primordiale. Nel frattempo, Antonio aveva rudemente sgusciato dal bikini i miei seni, li palpeggiava vigorosamente, strizzava i capezzoli facendomi male. “ Che belle tette che hai!”
    
    In bocca, le dimensioni del cazzo erano cresciute a dismisura e non lo contenevo più. Antonio me lo spingeva sempre più in profondità; mi toglieva il respiro, avevo la bocca tracimante di saliva. Ero sempre sovrastata, dominata. Mi condusse rudemente in camera da letto. Mi denudò completamente, mentre io passiva lo lasciavo fare. Apprezzò la novità, per lui, della mia vagina, depilata, liscia. Schioccò la lingua, voglioso. Mi gettò sul letto e le sue dita si insinuarono nella mia fessura e ne fuoriuscirono ricoperte dei miei umori. “ Guarda come coli, sei proprio vogliosa come una cagna in calore,” esclamò soddisfatto, e tenendomi aperte le cosce leccò ingordamente, grugnendo, il nettare grondante della mia vulva rorida, fino a farmi gemere di piacere.
    
    “Che buon sapore e che profumo! ‘Na vera “fissa” di lusso”. Ormai il gusto che provavo, unito al senso di immoralità e all’umiliazione, l’essere trattata da oggetto, costituiva una miscela erotica sempre più esplosiva. Mi eccitava l’idea di comportarmi da depravata, da sgualdrina. Lui si liberò dei residui ...
    ... indumenti, palesandosi ancora di più, per quello che era: una irsuta bestia stillante sudore dall’acre aroma e il cui poderoso membro era la cosa che desideravo di più, in quel momento. Mi pose in posizione dog style e ne approfittò per contemplare il mio didietro, che annusò e leccò con comportamento belluino. Per lui ero solo un animale femmina da usare a suo piacimento.
    
    “Vacca sei, e da vacca ti voglio chiavare,” disse assestandomi una pacca sui glutei, come per affermare il suo dominio su di me, e trattandomi alla stregua di una giumenta.
    
    Cominciò a introdurre con foga crescente quella verga poderosa nella mia figa, fortunatamente molto bagnata. Nonostante i miei umori determinassero una buona lubrificazione, però, il passaggio del suo largo glande mi strappò uno strillo di dolore. Lo sentii ghignare orgoglioso.
    
    ”Non hai mai provato un cazzo così grosso? Ti piace, eh?”
    
    Mi stava piacendo moltissimo, in effetti. Era indescrivibile la percezione di quel cazzo che mi riempiva, sembrava squartarmi. Le pareti vaginali sotto quello stimolo potente si dilatavano e contraevano. Perfino la mia zona perineale era tesa allo spasimo, coinvolgeva il mio buchetto ed esaltava il mio godimento. Un’anta dell’armadio era aperta e vedevo riflessa sullo specchio ad essa applicato, la mia posizione a pecorina, con i seni morbidi e abbondanti che sobbalzavano e ondeggiavano sensualmente sotto i colpi vigorosi di Antonio. Il suo corpo irsuto all’inverosimile, avvinghiato alle mie forme ...
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