1. Il piacere della trasgressione 1. Brutale.


    Data: 02/08/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: samas2, Fonte: RaccontiMilu

    ... morbide, dava l’idea che fossi montata da una bestia. Mi scopava selvaggiamente, quasi con ferocia, senza alcuna tenerezza. Non mi baciò mai. Il mio volto specchiato, rifletteva i miei sentimenti di passione , piacere e completa sottomissione. L’amplesso mi consentì il raggiungimento di un appagante orgasmo come da molto tempo non provavo. Ero inebriata e senza freni “’Stupendo, fantastico, brucio, sbattimi così…forte, sono la tua schiava, la tua puttana.” Quando venne il suo turno, gemendo e lanciando urli strozzati, mi girò sulla schiena bruscamente, e con il cazzo scosso da brividi, mi eiaculò in bocca un potente getto di liquido cremoso, caldissimo.
    
    “Ingoiala, la mia sborra, zoccola,” mi ordinò, da padrone alla sua schiava.
    
    Così finì tutto. Si congedò da me arrogante, minaccioso.
    
    “Bene, la signora è servita; io torno da mia moglie e tu da tuo marito. Avevi voglia di cazzo ed io ti ho riempita e soddisfatta. La storia finisce qui. Non osare parlarne con nessuno. Tanto meno con tuo marito: è meglio che non sappia nulla, e cioè che sua moglie è una troia. ”
    
    Non osai replicare nulla. Rimasta sola, indugiai un po’, nuda sul letto, scorrendo gli eccitanti momenti di quella mia relazione adulterina, come per fissarli nella mia mente. Un puro godimento fisico, senza pensieri, bestiale, in effetti.
    
    Tornando al mare, dove mio marito si stava preoccupando per il ritardo, lo tranquillizzai con una telefonata. “Sto arrivando.“
    
    Mi venne incontro sulla ...
    ... spiaggia.
    
    “Non rispondevi al cellulare, era sempre occupato.”
    
    “Sai, è stata dura, ma ne è valsa la pena; purtroppo mi sono attardata.”
    
    “Tutto bene? Ti vedo un po’ strana.”
    
    Gli sorrisi “Si, a posto, ho sistemato tutto in ufficio e ora sono soddisfatta; dai facciamo il bagno.” Avevo bisogno di rinfrescarmi per spegnere quel fuoco che ancora mi agitava.
    
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    Romolo, il gestore del piccolo supermercato, non faceva mistero della sua attrazione per Stefania. A dire il vero, lei presa com’era da tanti impegni, da principio non ci aveva fatto caso, ed era stato anzi suo marito Giancarlo, dopo una delle rarissime occasioni in cui l’aveva accompagnata in negozio, a farglielo notare.
    
    “ Quel ceffo ti guarda in maniera inequivocabilmente oscena. Disgustoso.”
    
    Da quel momento, lei non poteva non notare gli sguardi pieni di lascivia di quell’uomo accompagnati da frasi, magari appena accennate, che sempre meno lasciavano dubbi.
    
    La vita di Stefania si svolgeva, in apparenza, perfetta: un legame sentimentale consolidato negli anni, una soddisfacente posizione professionale, tanti amici e un impegno sociale e politico dalla parte che lei riteneva essere quella giusta.
    
    Suo marito, di dieci anni più grande di lei, un intellettuale progressista molto stimato, rivelava col tempo un interesse, sempre più pallido, verso gli aspetti sessuali del loro menage. Cercava di sublimare il suo drammatico calo della libido, e un giorno sentenziò: “Il nostro rapporto è superiore alla banalità ...
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