1. Chi mi ha rubato le…


    Data: 29/06/2021, Categorie: Autoerotismo Erotici Racconti Sensazioni Autore: Valery92, Fonte: RaccontiMilu

    ... bagno. E’ il luogo più sicuro dell’appartamento. Un posto dove nessuno può vedermi; le finestre sono sempre chiuse.
    
    Appena chiusa la porta dietro di me cado per terra ansante. Mi tremano le mani mentre tento di sfilarmi i jeans troppo stretti.
    
    Mi masturbo con foga. Le mie dita s’insinuano prepotentemente tra le mie labbra sempre più in profondità, mentre con l’altra mano mi sgrilletto il clitoride. Mezza distesa sul pavimento del bagno ansimo di puro piacere e continuo senza sosta. Mi fermo solo quando mi sento di venire; in quel caso mi fermo ed aspetto il tempo necessario per rilassarmi, poi riprendo a masturbarmi. Non voglio godere, voglio solo stancarmi il più possibile.
    
    Sono letteralmente esausta. Rivoli di sudore mi solcano il corpo appiccicandomi la maglietta addosso. Non riesco neppure a rendermi conto di quanto tempo è passato.
    
    Lentamente mi rialzo afferrandomi al bordo della vasca da bagno. Le mie gambe mi sorreggono a malapena e non mi fido a reggermi solo su di esse. Sempre appoggiandomi a qualcosa raggiungo il lavandino.
    
    La Valeria che scorgo nello specchio del bagno è piuttosto sfinita; con i capelli tutti in disordine e le guance arrossate. Mi sforzo di respirare normalmente, poi mi tiro su le mutandine e mi riabbottono i jeans. Sono ancora esausta, ma mi sto riprendendo.
    
    D’istinto guardo alla finestra; per fortuna le tende sono tirate per bene. Avrei dato un bello spettacolo per il maniaco se mi avesse spiato.
    
    Ancora mezza confusa e ...
    ... senza avere la più pallida idea di quello che devo fare butto le mutandine grigie nel lavandino ed inizio a lavarle. Uso la saponetta e ci do dentro senza sosta. Ne consumo quasi mezza prima di aver terminato la mia opera. Quei gesti veloci e ripetitivi e l’odore di lavanda mi aiutano a riprendermi un po’. Finalmente torno in me stessa.
    
    Quando finisco di lavarle prendo il phon e le asciugo; mi frulla qualcosa in testa e ne ho bisogno subito.
    
    Ora le mutandine sono pulite e linde. Intonse sopra al tavolino del salottino. Che cosa ci faccio? Provo a riappenderle di fuori per vedere cosa succede? Posso stare in attesa tutta la notte per cogliere sul fatto il maniaco. L’idea è elettrizzante; ma decisamente estenuante; chissà quanto dovrei aspettare.
    
    Mi viene un’idea; ma chissà se qui nell’appartamento al mare ho un pennarello. Provo a cercarlo.
    
    Apro cassetti che da chissà quanto tempo non vengono più aperti. Trovo quello di cui ho bisogno e mi metto a scrivere subito sopra alle mie mutandine.
    
    E’ difficile scrivere sulla stoffa. Bisogna sempre tenerla ben stesa.
    
    Quando finisco di scrivere il messaggio sorrido. Ho appena inventato la lettera mutandina. Chissà se è un’idea originale o qualcun altro nella storia l’aveva già inventata prima di me? Sicuramente è un’idea folle come me. Firmo il messaggio con qualche cuoricino e dei punti esclamativi.
    
    Appendo la mia lettera di fuori nello stesso punto; cioè lo stendi panni del terrazzino sul retro. Uso sempre quattro ...