1. Liceo


    Data: 05/06/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... perché il sesso le piaceva smisuratamente, perché il mio cazzo l’affascinava e infine perché era bello trasgredire tante norme tutte insieme. Sapevo con certezza che stavo camminando sul ciglio di un burrone pericoloso: dai documenti di segreteria, avevo rilevato che non aveva ancora compiuto diciotto anni e, quindi, giuridicamente, mi stavo approfittando di una minore per di più mia allieva; roba da finire in galera senza remissione.
    
    Francesca, come al solito, si prese la briga di aprirmi gli occhi. Una volta che ci trovammo da soli in sala insegnanti (non capitava spesso) mi avvertì che mi doveva parlare seriamente e mi invitò per l’ora seguente nel suo ufficio. Mi sedetti nella poltrona di fronte alla sua scrivania nell’atteggiamento del reo che attende la condanna. Accese il telefonino, mosse qualche tasto e mi mostrò una foto in cui, sotto casa mia, io e Camilla ci incontravamo ed io la baciavo affettuosamente. “E’ evidente che non hai capito niente e hai commesso il più imbecille e pericoloso degli errori di un ragazzino!” Trattenni l’ira e mi limitai a guardarla feroce. “Se questa foto ce l’ho io, sai quante possibilità esistono che sia anche nelle mani dei genitori? Lo sai che è minorenne? Sai che suo padre è uno degli uomini più influenti della città? Hai deciso di farti mandare in galera?” Non sapevo trovare una parola per rispondere: ero incazzato nero, ma soprattutto con me stesso, anche se, stupidamente, trasferivo su lei la mia rabbia. “Tra tante ragazze ...
    ... proprio questa mi doveva rompere le palle? C’è invece chi fa i suoi comodi e non rischia niente!”
    
    “Senti, piccolo cagasotto, in queste cose è già un’imbecillità farsi sorprendere con le mutande calate; ed io stupidamente l’ho fatto con l’ultima persona a cui potessi pensare. Quindi, non stare a commiserarti per la sfortuna. Hai sbagliato tu come sbagliai io a non chiudere quella porta. Il problema è ragionare a freddo e rimediare, non incazzarsi inutilmente. Se ti prude il cazzo, guarda che in sala insegnanti c‘è una pletora di mogliettine e mammine insoddisfatte che hanno culi persino vergini e fighe quasi intatte, non come la puttanella che ti ha abbindolato che ha visto interi eserciti passarle tra le gambe: e tutte quelle poverine ti aprirebbero le gambe, perché affascini. Peggio per te, se hai scelto male. Per le foto, ho già provveduto io a garantire che non circolino; ma è l’ultima volta che ti paro il culo, sappilo! Tu cerca invece di allontanare la ragazza senza farla incazzare.” Mentre rientravo in classe, nero come la pece, incrociai proprio Milly che mi chiese se poteva nel pomeriggio passare a farmi vedere una cosa. Le risposi che non sarei stato in casa per altri impegni e che non sapevo quanto queste nuove incombenze mi avrebbero impegnato per il futuro, per cui non potevo darle nessun appuntamento. Mi guardò tra lo stupito e l’incazzato.
    
    Tirai dritto e, per quel giorno, in aula nessuno si azzardò a fare nemmeno l’abituale ironia. Mentre uscivamo alla fine ...
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