1. Liceo


    Data: 05/06/2021, Categorie: Prime Esperienze Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    ... mi massacravo con gli esami per laurearmi. La prima cosa che mi colpì, appena mi sistemai dietro la cattedra, furono le dodici gambe dodici che sbucavano da sotto i banchi della prima fila: una scena imprevista e forse imprevedibile degna degli spettacoli di Macario, considerato che le minigonne arrivavano a pelo di figa e i perizomi (a filo interdentale) non nascondevano niente. Dovetti farmi molta forza per recuperare un minimo di senso della realtà e cominciare la burocratica sfilza di stupidaggini da primo incontro che cercavo di ricalcare pari pari dalle memorie scolastiche. Me la cavai malissimo, naturalmente; ma era chiaro che anche le mie alunne erano interessate a ben altro. Come dio volle, arrivò il campanello della fine dell’ora e respirai un poco sollevato; nel corridoio, passando da una classe all’altra, cercai di prepararmi ad un impatto analogo, ma la classe era inferiore, le allievi più piccole e il disagio minore. Alla fine della giornata ero quasi passabilmente sereno.
    
    Per qualche settimana dovetti letteralmente difendermi dai tentativi di seduzione, se non di vera aggressione fisica, delle più agitate delle alunne e dalle gelosie esplicite dei ragazzi, autentici marcantoni al mio confronto. Poi raggiungemmo un certo equilibrio fondato soprattutto sulla facilità di riconoscersi in forza dell’età e di evitare i diaframmi eccessivi della differenza di ruolo. Insomma, andando talvolta a prendere il caffè con loro, parlando anche di calcio e di politica oltre ...
    ... che di letteratura, riuscii e creare un certo feeling che mi rese benaccetto alle classi. Qualcuna non intendeva affatto demordere e Camilla (Milly per gli amici) percorse strade e sentieri di ogni genere per arrivare a incontrarmi tete a tete come aveva premeditato. La scusa fu l’interpretazione di alcuni brani di un libro che stava leggendo, per il quale mi chiese di incontrarci da me. Le spiegai che abitavo accampato in una camera sulla piazza; si appuntò il recapito e il pomeriggio stesso, all’improvviso, me la trovai davanti chiusa in un elegantissimo maxicappotto decisamente assai caldo, sotto il quale però rivelò di indossare solo minigonna e camicetta.
    
    Dopo cinque minuti stavamo leggendo seduti sull’unico divano disponibile e dopo dieci minuti eravamo stesi sul tappeto, lei era nuda e io le stavo succhiando la figa. Le sue caverne (figa e culo) erano un tunnel per Tir aperti a qualunque passaggio; la sua bocca diventava una ruota da mulino che ingoiava tutto e risputava sborra: quella ragazza che dichiarava di avere diciotto anni (ma mi riservavo di controllare in segreteria) aveva nelle pratiche del sesso più esperienza di una puttana con anni di mestiere alle spalle e certamente avrebbe dato lezione a tutte le donne che avevo conosciuto. Nel giro di un paio d’ore, mi fece fare tanti e tali “giri di giostra” che ne rimasi rintronato fino al mattino successivo. Da quella volta, e per alcuni mesi, puntualmente veniva una o due pomeriggi a settimana a farsi scopare, ...
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