Ricatto
Data: 04/05/2021,
Categorie:
Autoerotismo
Dominazione / BDSM
Incesti
Autore: claudiaeffe, Fonte: RaccontiMilu
... in maniera inequivocabile che sotto non hai nulla, se ti sbircia lascialo fare.
Dovrà essere molto chiaro che la sua decisione ad investire o a non investire con te determinerà una
disponibilità sessuale da parte tua. Inventati la scusa che credi, digli che sei in corsa per un premio
e ti manca proprio quel contratto, digli cosa vuoi. Però lui saprà che se ti firma un assegno avrà una
ricompensa. Mi sono spiegato?”.
“Sì, perfettamente. Però, senti, io corro anche dei rischi….”.
“Non me ne frega un cazzo. Tanto sicuramente ti è già capitato di fare un po’ l’oca con qualche
cliente per fargli firmare il contratto, non provare neppure a negarlo. Noi uomini siamo abituati,
sappiamo che tanto non si batte chiodo ma ci facciamo comunque abbindolare da gente come te.
Stavolta invece andrai fino in fondo”.
“Ma se non ci stesse?”.
“Sei non ci sta, fai la stessa cosa con il terzo. E se neppure il terzo volesse investire con te, ti farai
scopare comunque. Digli che lo trovi figo…”.
“E’ un cesso inconcepibile”, lo interruppi.
“Peggio per te. Se c’è la mamma in casa lo porti in macchina e ti fai sbattere come una zoccola, cosa
che per altro sei. Non fare la furba perché hai già capito che tanto ti scopro sempre. Domande?”.
“No”.
“Bene. Vedo che stai imparando”.
Il primo appuntamento non fu fonte di soddisfazione, né professionale né di altro tipo.
Si comportò da persona educata e gentile, ma mi disse chiaramente che la cosa non gli ...
... interessava.
Prima di incontrare il cliente successivo, il veterinario, mi fermai a pranzo in un bar nei paraggi.
Daddy non poteva saperlo, ma sarebbe stato veramente molto utile per me che il prossimo cliente
firmasse il contratto.
Mi avrebbe permesso di raggiungere una soglia tale da ricevere un bonus su tutti i contratti già
stipulati, e sarebbero stati bei soldi.
Per altro, eravamo prossimi alla fine del mese, e non avevo tante altre opzioni che mi avrebbero
permesso di raggiungere quel risultato.
Finito il pranzo, andai nel bagno e mi liberai della biancheria intima, riponendola in borsa.
Era una mossa squallida da fare, ma non avevo scelta.
Su una cosa Daddy aveva ragione: lui mi scopriva sempre.
Non era il caso che facessi la furba.
Mi presentai dal cliente e lo salutai con un ampio sorriso.
Mi fece entrare nel suo studio e lasciò che parlassi.
Tempo qualche minuto e ebbi conferma di quello che temevo, e cioè che aveva accettato di fissare
l’appuntamento solo in seguito alla mia insistenza.
Eravamo seduti di fronte, la sua scrivania stava tra noi.
Feci scivolare una brochure sul tavolo e la avvicinai a lui, poi mi piegai per indicargli con un dito
una frase stampata. In quella maniera la camicetta si staccò dal mio corpo e gli offrì una panoramica
del mio seno.
Se ne accorse e diventò rosso, pur non dicendomi niente.
Bofonchiò qualcosa, dicendo che doveva pensarci e che mi avrebbe richiamata.
Lo sapevo ...