1. The Handyman (Cap 9) – La giornalista sportiva


    Data: 20/03/2021, Categorie: Sentimentali Autore: Lizbeth Gea, Fonte: EroticiRacconti

    ... era soddisfatta.
    
    “Sai un’inculata alla mattina leva lo stress del giorno, o forse non era cosi”
    
    Per fortuna nella pancia del panfilo c’era un bagno con la doccia, dove ci lavammo.
    
    Facemmo lo stesso viaggio fatto all’andata, stavolta al contrario e separati per non destare curiosità. Lei partì il pomeriggio stesso per la germania. Non mi salutò e non a rividì mai più.
    
    La tragedia avvenne tre giorni dopo. Arrivò Silvie. Speravo che mi facesse i complimenti, per aver trattato degnamente una cliente preziosa.
    
    Notai subito che era sia arrabbiata sia preoccupata. Mi gettò una rivista in faccia.
    
    “Ma che cazzo hai combinato”
    
    Io veramente non riuscivo a capire. Presi la rivista che mi aveva lanciato e la sfogliai.
    
    “Merda”
    
    Il titolo citava “Famosa giornalista scoperta con un uomo misterioso”. Sotto c’erano varie foto mie con Miriam. In tutte le fasi della nostra scappatella. E direi pure in tutte le posizioni. All’improvviso mi ricordai di quello strano bagliore che avevo notato. Era un dannato flash.
    
    “Ti avevo solo chiesto una cosa” – Mi diede uno schiaffo – “La massima privacy”. Con fare concitato continuo – “Pezzo di merda, stamattina la signorina ritratta in quelle foto mi ha chiamata e ha disdetto l’affitto dell’appartamento per giusta causa. Ti rendi conto quanti soldi ci hai fatto perdere e, soprattutto, hai rovinato la nostra reputazione.”
    
    Io non sapevo come rispondere, cercai di scusarmi in qualche modo. Dicendo che non era mia intenzione, ma lei non volle sapere ragioni.
    
    “Ora non mi resta altro che fare una cosa” – Indicando la porta d’ingresso – “Hai un ora per prendere le tue cose e andartene. Sei licenziato”
    
    Girò sui tacchi e se andò. Io rimasi li stordito per un attimo, come se avessi ricevuto un pugno in piena faccia. E dopo un ora ero in macchina in direzione della casa dei miei genitori, non sapevo dove altro andare.
«12345»