1. Granite, bibite e long cock


    Data: 17/01/2021, Categorie: Etero Autore: Crooky, Fonte: RaccontiMilu

    ... convulsamente sulle natiche ampie e piene. Appena si decise ad arrestare il passo sentì l’indice e il medio della mano destra del ragazzino oltrepassare l’esiguo triangolo di stoffa delle mutandine e fare pressione sulle labbra esterne della fica fino a penetrarla una, due, tre, quattro volte. «Che culona che siete signo’!… Fatevi tucca’!» Daniela coprì con la mano il microfono del cellulare con l’ansia di non far udire nulla alla suocera e sussurrò: «Ah, madonna mia!… Che stai facendo, stronzo?!» Poi Nando, tenendola per la vita, la trascinò oltre una bassa boscaglia dove, finalmente, celata dalla vegetazione e dai rifiuti, si ergeva quell’ ignobile accozzaglia edile che era la baracca dei suoi genitori. Daniela l’ osservò slacciare il telo mare ed esibire quel cazzo superlativo -turgido e imponente come mai, in vita sua, le era capitato di vedere- liberò il microfono del cellulare dall’oppressione del palmo della mano e, con la voce fatta roca dalla voglia di sesso, disse: «… ehm, scusate mamma, stavo attraversando la strada e non potevo distrarmi …». Nando, che era di nuovo alle sue spalle, le aveva sciolto pure il pareo e le aveva calato le mutandine del bikini fino alle caviglie. Allora la donna, soddisfacendo istintivamente un impulso innato nelle grandi troie, fece leva sulle gambe e impennò il magnifico culo in maniera da aprire le natiche alla lascivia del suo amante; per eseguire al meglio la manovra, dovette sostenersi, con l’unica mano libera, a un’ asse di legno ...
    ... piantata sulla facciata esterna della baracca e sormontata da una lamiera su cui spiccava la scritta: ripulitura garage, cantine, sottotetti, ecc.. «… no, mamma scusate ma …» Nando, ora, le aveva slacciato pure il reggiseno lasciandola completamente nuda. Daniela percepì i capezzoli rizzarsi, solleticati da un refolo d’aria fresca che filò via in un attimo, quindi avvertì il ragazzino piegarsi su di lei, poggiare l’addome sulla sua schiena e afferrare i grossi seni penzolanti; emise un gemito soffocato, poi inspirò e disse: «… sì, uffa, ho capito, la cena, ma adesso …». Palpeggiava con passione, lo stronzetto, godendosi le tettone gonfie e abbondanti di quella madre di famiglia; con le dita robuste divaricate, per trattenere nei palmi delle mani quanta più carne possibile, strizzava tra loro le voluminose, grasse mammelle e subito dopo le mollava lasciandole ciondolare liberamente nell’aria; ficcava le mani nel solco profondo tra i due seni polputi per poi abbrancarli da sotto e spremerli con forza. «… no, scusate mamma non posso più …» Nando si staccò da lei, indietreggiò e fece scivolare due dita nella fica fradicia di umori quindi, delicatamente, le fece scorrere avanti e indietro, una, due, tre, quattro, cinque volte; lei allargò le gambe e inarcò la schiena; lui arretrò ancora di un passo e principiò lentamente a penetrarla. Daniela intuì quell’enorme cazzone bollente incedere dentro di lei e riempirle la fessa fino in fondo. «… aahh, mamma … no!… Aah, adesso proprio non ...
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