1. Un giorno di fine primavera


    Data: 17/12/2020, Categorie: Incesti Autore: liana, Fonte: RaccontiMilu

    ... mi lancia quando passeggio per le vie della città. &egrave carico di desiderio. Non mi sottraggo al suo sguardo per non metterlo in imbarazzo. Lascio che guardi ed allargo le cosce quel tanto che basta da fargli riempire gli occhi. &egrave un errore ma &egrave anche il principio di un cambiamento nel rapporto di figlio – madre. Da quel giorno mio figlio non perde occasione per spiarmi. Lancia lascive occhiate nelle mie scollature; fa di tutto per cogliermi nei momenti della mia intimità. Mi sta continuamente intorno. E di tanto in tanto non perde occasione di strusciare il suo pube contro il mio didietro dandomi modo di sentire la sua eccitazione premere contro il mio culetto. E’ come un animale che cerca di farsi notare dalla sua femmina. La cosa non mi da fastidio. Al contrario, nonostante sia mio figlio, mi piace sentire i suoi occhi spogliarmi; leggervi la bramosia. &egrave pur sempre un uomo che molte donne ospiterebbero volentieri nel loro letto. Alto 180 cm con un fisico da guerriero spartano. Sembra un bronzo di Riace. La cosa mi sfugge di mano. Comincio a guardarlo con occhi diversi da quelli materni. Giorno dopo giorno la sua figura mi entra nel sangue. Prendo una ‘cotta’ per mio figlio; diventa un’ossessione. Lo provoco facendogli vedere parti del mio corpo senza veli. Con allusioni e con gesti equivoci gli faccio capire che se lui ci prova io non mi opporrò. lo sto seducendo. Aspetto che sia lui a fare la prima mossa, ma il fatto che sono sua madre lo frena. Mi ...
    ... sento frustrata. Lo voglio ma ho paura di prenderlo. &egrave la meteorologia a venirmi in aiuto. Il tempo cambia. D’un tratto il cielo si oscura ed una forte pioggia viene giù ed inonda il giardino. Mio figlio mi prende per mano e corriamo in casa; ci arriviamo con i vestiti zuppi di pioggia. Abbiamo appena varcato l’uscio della vetrata finestra che ci troviamo l’una nelle braccia dell’altro. Ridiamo per l’incidente piovoso. I suoi occhi si posano sul mio corpo. La mia veste fatta di un bianco tessuto quasi fosse un velo, nello bagnarsi diventa come fosse trasparente. Agli occhi di mio figlio sono come se fossi nuda. Smettiamo di ridere. Il silenzio scende su di noi. I nostri occhi si incrociano. Sono loro a parlare. Continuiamo a restare abbracciati. Intanto senza smettere di guardarci le nostre teste si avvicinano; le nostre bocche entrano in contatto. Chiudo gli occhi e dischiudo le labbra; un attimo e la lingua di mio figlio mi penetra nella bocca e va in cerca della mia lingua. Si incontrano ed un lungo duello ha inizio. Lui me la fa frullare nella bocca ed io impazzisco perché non riesco a bloccarla per poterla succhiare. Intanto che ci baciamo le sue mani scorrono in lungo ed in largo sul mio corpo. Smettiamo di baciarci solo quando l’ossigeno viene a mancare nei nostri polmoni. Non sono mai stata baciata con tanta foga e intensità. I nostri occhi si incontrano nuovamente. Ora o mai più.
    
    Metto la parola fine all’atinenza
    
    ‘Dove hai imparato a baciare? &egrave stato ...
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