1. UN METRO


    Data: 27/09/2017, Categorie: Etero Lesbo Sesso di Gruppo Autore: cucciolo56, Fonte: RaccontiMilu

    ... dico miagolando “guarda come sono uscita di casa pensando a te, guarda come mi hai fatto diventare svergognata” e me la porto finalmente sotto la gonna a constatare quanto sia indecentemente nuda là sotto. E anche umida, è giusto dirlo. Non è che succhiarglielo mi abbia lasciata del tutto indifferente, eh? Giampaolo trasalisce e mi fa “ma sei una zoccola!”, che dal modo in cui lo dice è una cosa più vicina a un insulto vero e proprio che a una manifestazione di foia. Faccio finta di piagnucolare, come se fossi una brava ragazza che ha commesso un errore e viene disonorata davanti a tutti. “Sei tu che mi hai fatto diventare così, una puttana! Mi fai andare fuori di testa!”.
    
    Ok, forse è tutto un po’ eccessivo, mi sono lasciata prendere la mano. Probabilmente bastava dirgli che sono solo una troietta che invece di limitarsi a fargli un pompino vuole essere scopata, ma mi è preso così… Perciò nessuna sorpresa che un attimo dopo mi metta ad implorare “prendimi, prendimi, fammi tua”. Dio santo, se penso che queste cose le ho dette a chi davvero non vedevo l’ora che mi facesse sua mi viene quasi da andare a nascondermi.
    
    Giampaolo vorrebbe piegarmi a novanta sul lavandino ma gli dico di no. Chiaramente gli dico che è perché voglio vederlo mentre mi prende e che è così bello (beh, questo è vero) che voglio vedere il piacere sul suo viso. Altrettanto chiaramente si tratta di cazzate, i motivi sono altri.
    
    Non ho mai dato un grande valore simbolico a quella posizione. E’ sì ...
    ... la mia preferita ma solo perché se il lui di turno ci sa fare è quella in cui sento di più la penetrazione. Però sì, lo so che c’è un valore implicito. Le mie amiche Trilli e Stefania dicono che in quel modo si sentono più sottomesse. Io… boh, sì, ma non è la cosa principale. Il brivido che mi dà l’essere assoggettata è qualcosa che parte da molto prima. E che parte dal cervello più che da una posizione. Tuttavia, anche quel minimo gusto di dominazione a Giampaolo non voglio concederglielo.
    
    Ma soprattutto, non voglio che veda il segno viola che ho sul sedere. Che quello sì che è la prova di una sottomissione. E’ tutto il giorno che ci penso, soprattutto quando mi siedo, alla cinghiata che mi ha dato Lapo. E a essere precisi, più che alla cinghiata in sé, al fatto che lui me l’abbia data e che io me la sia lasciata dare. Ecco, se ci ripenso sì che ho un crampetto e mi bagno.
    
    “Scopami”, dico in un soffio a Giampaolo pensando a Lapo. “Entra dentro di me”.
    
    Non è che mi scopi un granché, poverino, ma non voglio essere stronza e darne la colpa al suo cazzo piccolo. Oddio, un po’ sì, eh? E’ vero che non ho mai dato grande importanza alle dimensioni, ma a tutto c’è un limite. Soprattutto quando questo limite è quello inferiore. E’ più che altro la posizione, credo. O forse il fatto che, nonostante io un po’ mi impegni, non sono molto partecipativa. Vorrei esserlo, eh? Come vi ho detto prima un cazzo è un cazzo e non sono così scema da dire “no, con questo non mi ci voglio ...