1. UN METRO


    Data: 27/09/2017, Categorie: Etero Lesbo Sesso di Gruppo Autore: cucciolo56, Fonte: RaccontiMilu

    1. Non ho mai
    
    – Oh, sono qui sotto, scendi?
    
    – No, sali un attimo che sto preparando delle cose.
    
    – Ma dai, dove cazzo vuoi che trovi posto?
    
    – E lasciala davanti ai cassonetti, è una settimana che non li svuotano, figurati se passano oggi.
    
    Mi fa lievemente schifo parcheggiare davanti a questo mare di immondizia, ma quando Serena si mette una cosa in testa non c’è modo di convincerla. La trovo in cucina e quasi le scoppio a ridere in faccia per come è conciata: tuta sformata e grembiule. Mi chiede “fatto l’albero di Natale?” senza nemmeno voltarsi. Le rispondo di sì, fatto tutto. A Roma, nel giorno dell’Immacolata, si fa l’albero di Natale. Cioè, non lo so se si fa solo a Roma, ma qui è una tradizione. E anche a casa mia. Albero, luci, decorazioni, pranzo con la nonna. E poi liberi tutti.
    
    Finalmente Serena alza lo sguardo dalla ciotola dove sta impastando non so cosa e mi sorride. “Ehi, ma che cappotto magnifico!”, mi fa. Le chiedo se non me l’abbia mai visto addosso e mi risponde di no. Poi mi chiede “che cazzo hai là dentro?” indicando lo zainetto. Le rispondo che ho il pigiama e qualche cambio. Lei si pulisce le mani sul grembiule e avanza verso di me. Mi sfiora le labbra con le sue e poi mi domanda sussurrando e socchiudendo gli occhi: “Pensi di avere bisogno del pigiama stanotte, puttana?”, e mi infila la lingua in bocca. E’ un bel po’ che io e lei non lesbichiamo, ma stanotte mi sa che mi tocca, visto che i suoi non ci sono e che stanotte dormo qui. E la ...
    ... cosa non mi dispiace per nulla. Sono due mesi che non faccio sesso, se si esclude un pompino interrotto, sotto la pioggia, ad un tipo che mi aveva rimorchiata da Eataly. Oddio, io sarei anche andata sino in fondo, ma proprio sul più bello una telefonata della sua ragazza aveva rotto l’incantesimo. Pazienza, cose che capitano.
    
    – Non provare a sporcarmi con quelle tue manacce zozze – le dico ridendo – che cazzo stai a fà?
    
    – Uh… una crema di ceci per gli aperitivi, mi hanno chiesto di portare qualcosa… ceci, olio, limone… non è difficile.
    
    – Ah, l’hummus!
    
    – Che? E’ ‘na crema de ceci… Comunque… è davvero una ficata sto cappotto, ma toglitelo che mi manca ancora un po’…
    
    Appoggio il cappotto su una sedia e lei mi squadra con un po’ di disapprovazione.
    
    – E a che ora deve rientrare in convento, sorella? – mi fa – Annalì, cazzo, andiamo a una festa!
    
    – E vabbè, che cazzo c’è che non va? – protesto indicando il mio vestito.
    
    E’ un vestito girocollo lungo, nero. Con le tasche laterali, le maniche e tre quarti e con gli spacchi sul fondo. Ampio, di lana e cotone. Lo porto con gli stivaletti neri ma ho anche i collant perché minaccia freddo.
    
    – No, nulla, è bello… – replica Serena un po’ dubbiosa – ma pensavo che ti saresti vestita… non so… più da caccia.
    
    – A parte il fatto che posso benissimo andare a caccia anche così – le rispondo accavallando le gambe – pensavo che per stasera la conquista l’avessi fatta…
    
    – Eeeh… ma non si sa mai – mi dice ridendo.
    
    – Tu ...
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