1. UN METRO


    Data: 27/09/2017, Categorie: Etero Lesbo Sesso di Gruppo Autore: cucciolo56, Fonte: RaccontiMilu

    ... invece vieni così – le ribatto indicandola con il dito – vedi quanti ne fai rizzare di cazzi…
    
    – Stronza.. – ride Serena – lasciami finire poi ti faccio vedere io…
    
    Tre quarti d’ora dopo siamo in macchina, dirette verso il parcheggio sopra via Sistina, sperando di trovare posto almeno lì. La promessa l’ha mantenuta, a dire il vero. I collant se li è messi anche lei, sopra ha indossato un tubino nemmeno particolarmente scollato, se non sulla schiena, e con le maniche in trasparenza, ma con una gonna così corta che aiutatemi a dire mignotta… Dopo la doccia, mentre si rivestiva, mi ha chiesto se avessi indosso le mutandine. Le ho risposto ridendo “certo, per chi mi hai presa?” e lei mi ha detto “allora le metto anche io”. Stavolta sono stata io ad avvicinarmi e a sussurrarle “no, tu non le metti, troia”, poi le ho fatto ciò che prima aveva fatto lei a me, ovvero le ho infilato la lingua in bocca. Solo che oltre alla lingua in bocca le ho appoggiato anche un dito sulla fica e poiché l’ho sentita un po’ umida l’ho spinto. Magari era ancora la doccia, eh? Ma non credo, a giudicare da come le è scivolato dentro. E sta zoccola ha pure aperto un po’ le cosce. Mi ha mugolato in bocca per qualche secondo, prima che sadicamente togliessi il dito e glielo facessi succhiare. Non me l’ha detto, ma sono certa che avrebbe voluto che continuassi.
    
    Poiché continua a magnificare il mio cappotto le prometto che un giorno o l’altro le lascerò fare un giretto. Poi le racconto che l’ultima ...
    ... volta che me lo sono messa è stato per presentarmi da un ragazzo di Zagabria che avevo conosciuto sul treno. Nella sua stanza d’albergo (oddio, albergo è esagerato, le preciso). E che sotto non avevo nulla, se non le autoreggenti e le scarpe. Serena scoppia a ridere e mi dice “non ci credo”. Dopo qualche momento smette di ridere e mi fa “no, oddio, conoscendoti ci credo”. La prendo in giro assicurandole che glielo presterò se lei mi promette che farà la stessa cosa, mi risponde che, se è per questo, potrebbe farlo anche con il piumino che indossa. “Vuoi mettere il tuo piumino col mio cappotto?”, “ehi, è Peuterey!”, “me cojoni…!” le rispondo richiamando la scena del vicequestore Schiavone, quello interpretato da Giallini.
    
    – Me cojoni o sticazzi? – chiede lei giocando con la stessa gag della serie tv.
    
    – Me cojoni – rispondo mentre abbasso il finestrino per ritirare il talloncino del parcheggio – intendevo proprio dire me cojoni.
    
    – Ma tu Giallini te lo faresti? – domanda ancora – A me fa impazzire…
    
    – Non lo so – ribatto – temo che di questi tempi mi scoperei chiunque, sono due mesi che non faccio nulla…
    
    – Ah beh, se è per questo io anche di… ehi, un attimo! Sono due mesi che non scopi?
    
    – Già…
    
    – Ma per i tuoi standard è tantissimo, Annalì! Avrai bisogno di un metro di cazzo!
    
    Mentre ride della sua battuta, scendo dalla macchina e attendo che lei faccia lo stesso. Poi le domando se queste finezze girino nella sua facoltà di Architettura o se si tratti di un suo ...
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