1. 132 – La giovane Erica aperta in culo dal nonno


    Data: 27/08/2020, Categorie: Autoerotismo Etero Incesti Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... solamente sfiorarsi, quasi senza toccarsi, le sue mani mi attanagliavano le natiche e me le separavano come se fossero le due metà di una mela. La sua bocca vorace, si posò sulla mia e mi baciò profondamente con la lingua, io sentivo il suo sapore maschile, un misto tra il gusto del tabacco e quello del Lambrusco. Un’altra volta, una delle sue dita a forzarmi il buchetto posteriore, la sua bocca scivolò dalle mie labbra e raggiunse il seno, vi si posò sopra come una ventosa e mi aspirò un capezzolo, poi me lo mordicchiò lievemente, dandomi intensi brividi di piacere. Ero bagnata dentro e fuori, lui mi prese per mano e mi condusse dalla parte opposta della piscina, il pavimento in quella zona saliva fino a raggiungere un livello attorno ai novanta centimetri, forse un metro. Mi fece piegare in avanti appoggiando il busto sul bordo, poi sentii la sua possente arma, navigare come il siluro di un sommergibile verso l’obiettivo. Siii, mi colpì e per poco non mi affondò, lo sentii scivolare dentro la mia fighetta, procurandomi un piacere che non avevo mai provato in vita mia. Mi scopava, con decisione, provocando uno sciabordio continuo, io godevo mentre le mie tette strusciavano contro le piccolissime piastrelle del bordo piscina.
    
    Venni la prima volta mentre il mio nonnino mi sbatteva alla grande, poi successe ciò che io non avrei mai voluto succedesse. Lo sfilò dalla figa e me lo appoggiò sul buchetto posteriore, gli urlai di non mettermelo nel culo, lui mi tappò la bocca ...
    ... con una sua enorme manona e con l’altra guidò il temibile attrezzo contro il mio virgineo sedere. Mi disse di non fare la schizzinosa che con un culo come il mio prima o poi me lo sarei sicuramente preso. Gli piaceva darmi della troia, anzi della troietta, quando mi possedeva e lo fece anche in quella occasione. Mi squarciò il culo, dolorosissimamente, me lo aprì veramente come una mela e si fece strada prepotentemente all’interno delle mie povere viscere. Lui mentre mi inculava, mi sosteneva e mi confortava dicendomi che poi mi sarebbe piaciuto. Giurai a me stessa che gliel’avrei fatta pagare, in quei momenti di grande sofferenza fisica, lo maledii più di una volta, tanto era stato bello nella figa quanto era brutto nel culo. La sua tempra apparteneva a uomini di altri tempi, possedeva un’energia inverosimile, mi stantuffava il culo senza un attimo di cedimento, eppure a quanto ne sapevo era già venuto almeno due volte in quella lunga giornata. Poi dovetti ricredermi, anche questa volta ebbe ragione lui e io cominciai a sentire una lontanissima sensazione di piacere. Avevo i capezzoli in fiamme a forza di strofinarsi sulle piastrelle. Glielo dissi e lui ci mise sotto le mani, ma pur cambiando posizione il suo cazzone entrava e usciva senza pietà dal mio culo spalancato. Mugolai lievemente e lui mi disse che adesso lo avrebbe tolto, lo supplicai di non farlo e ancora, il vecchio, mi diede monotonamente della troietta, quindi ricominciò a sbattermi con rinnovato vigore.
    
    Che ...