1. 11 – La Casa


    Data: 11/08/2020, Categorie: Autoerotismo Autore: claudiaeffe, Fonte: RaccontiMilu

    ... e fece per allontanarsi, ma con un piede colpì una bottiglia appoggiata a terra.
    
    Michela aprì gli occhi di scatto, vide Barbara e istintivamente si mise a sedere, coprendosi il seno con le mani.
    
    Barbara si rivolse alla ragazza scuotendo la testa freneticamente: “Scusa, scusa, scusa! Ho visto aperto e ho pensato di poter entrare”.
    
    “Cosa ci fa lei qui? Perché non mi ha avvisata?”, chiese Michela con gli occhi sgranati.
    
    Barbara si passò una mano tra i capelli, imbarazzata.
    
    “Ero venuta a portarle un secondo mazzo di chiavi. L’ho trovato in casa e ho pensato che potesse esserle d’aiuto. Ho anche provato ad avvisarla, ma il telefonino era sempre spento”.
    
    Michela rimase in silenzio, cercando di trovare la spinta psicologica necessaria a superare quel momento di imbarazzo.
    
    Fu Barbara a fare il passo necessario.
    
    “Vedo che anche lei ha trovato sul tavolo”, disse.
    
    Michela la guardò rimanendo in silenzio, limitandosi ad annuire leggermente.
    
    “E vedo che ha capito bene a che cosa serviva. Non era un tavolo da campeggio, l’ha capito, vero?”.
    
    Barbara si mise a sedere sul tavolo, accanto a Michela.
    
    “Sa che cos’è realmente questo tavolo per me? Questo tavolo è un alibi”.
    
    Michela guardò nuovamente verso Barbara, non capendo.
    
    Barbara sorrise e fece una carezza a Michela sui capelli.
    
    Michela respinse l’istinto di sottrarsi a quel tocco, ma non si mosse.
    
    “L’alibi è quella cosa che ti permetti di dire
    
    non sono stato io
    
    – spiegò Barbara – è quel ...
    ... lasciapassare verso la giustificazione”.
    
    Guardò Michela e sorrise.
    
    Michela non capiva: “Quale giustficazione?”.
    
    Barbara continuava a sorridere. “Ti fidi di me?”.
    
    Michela guardò ancora, non sapendo cosa rispondere, poi annuì con il capo.
    
    “Bene, Michela, allora rilassati. Distenditi su questo tavolo, fai come se io non ci fossi. Ti spiegherò una cosa”.
    
    Michela non era a suo agio, ma si sarebbe sentita ridicola e in imbarazzo a dire a Barbara che non si fidava di lei.
    
    Spostò le mani dal seno e tornò a distendersi sul tavolo, forse un po’ meccanicamente.
    
    “Bene – disse Barbara – adesso mettiti nuovamente nella posizione in cui eri prima. Posiziona i tuoi polsi e le tue caviglie dove sono le cinghie. Chiudi gli occhi, se preferisci”.
    
    Michela si mise nuovamente in quella posizione. Sembrava una stella distesa sul tavolo.
    
    Barbara si alzò e si avvicinò alla mano destra di Michela. Prese la cinghia e la serrò attorno al suo polso.
    
    “Stai rilassata, Michela. Non ti succederà niente male”.
    
    Michela non poté fare a meno di ricordarsi delle foto che aveva visto; persone legate su quello stesso tavolo, di Barbara stessa.
    
    Cosa aveva in serbo per lei? Avrebbe forse fatto meglio a ribellarsi e ad andarsene?
    
    Intanto che formulava questi pensieri, Barbara le chiuse anche la cinghia attorno al polso sinistro. Ruotò attorno al tavolo e le immobilizzò anche le caviglie, poi tornò a sedersi accanto a lei.
    
    “Ti ho detto che questo tavolo era un alibi, prima. ...
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