1. 11 – La Casa


    Data: 11/08/2020, Categorie: Autoerotismo Autore: claudiaeffe, Fonte: RaccontiMilu

    ... Adesso ti spiego perché”.
    
    Allungò una mano verso Michela e, lentamente, le fece passare le unghie sulla pancia.
    
    Era un movimento dolce, Michela sentì un brivido a propagarsi per tutto il corpo.
    
    “Non devi dirmi niente, Michela. Ma se ti è piaciuto questo, hai già capito quello che intendevo. Perché tu, adesso, non sei nella condizione di opporti a quello che ti sto facendo. E quindi, se ti è piaciuto, puoi accantonare i tuoi sensi di colpa senza nessun tipo di problema. Non devi chiedere a te stessa se stai facendo bene a continuare, se invece non dovresti fermarmi, perché non puoi. Questo tavolo, queste cinghie, ti permettono di dire a te stessa che quello che è capitato non è dipeso da te, che tu avresti anche fatto meno di questo, ma è successo e non hai potuto impedirlo”.
    
    Barbara accarezzò ancora la parte superiore del corpo di Michela.
    
    Le passò una mano sulla pancia, poi salì e, con la stessa mano, le accarezzò i seni.
    
    Michela sospirò, sperando che la donna non se ne accorgesse.
    
    “Abbiamo tutti bisogno di alibi – continuò Barbara – ci permettono di vivere, di superare quei momenti in cui quello che ci piacerebbe fare è contrario a quello che ci hanno insegnato essere meglio”.
    
    Barbara si alzò dal tavolo e si avviò verso la credenza, quindi aprì un cassetto. Prelevo un paio di forbici e tornò verso Michela.
    
    Prese in mano il laccetto del perizoma di Michela e, senza dire nulla, lo fece passare tra le lame delle forbici.
    
    Michela trasalì, ma non ...
    ... disse nula.
    
    Barbara diede un taglio netto, poi eseguì la stessa operazione anche sull’altro lato.
    
    Prese le mutandine di Michela e le appallottolò.
    
    Michela, distesa sul tavolo e ora completamente nuda, non sapeva cosa fare.
    
    Barbara sembrò leggerle nel pensiero: “Non devi porti il problema, Michela. Non puoi fare nulla, devi solo accettare quello che io sto facendo. Avere alibi è molto comodo, te ne accorgerai da sola”.
    
    Barbara passò nuovamente una mano sulla pelle di Michela, provocandole un altro brivido.
    
    “Ha lavorato qui per un certo periodo una ragazza chiamata Sara – continuò – Lei era nata in una famiglia fortunata: avevano soldi, avevano potere, avevano possibilità. Suo padre era una persona molto potente e molto importante. Però Sara si rendeva conto che la sua personalità, i suoi desideri, erano in contrasto con quella che era la sua educazione”.
    
    Barbara allungò la mano verso la pianta del piede di Michela e vi passò un dito, con molta lentezza.
    
    Michela chiuse gli occhi: quel tocco le piaceva immensamente.
    
    “Come poteva Sara conciliare queste due cose? Come poteva trovare un compromesso tra una sua natura che la spingeva ad accoppiarsi con chiunque vedesse, e un’educazione che invece si aspettava da lei che si trovasse un fidanzato e lo sposasse?”.
    
    Barbara continuò a carezzare i piedi di Michela, che nel frattempo aveva cominciato a sospirare senza preoccuparsi di farsi notare.
    
    “Sara inventò un sistema molto semplice. Decise di ubbidire ...
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