1. Miss Francesca - Ritorno a Maranello


    Data: 10/08/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: VicentinoGrey, Fonte: EroticiRacconti

    ... con gli occhi sbarrati di terrore aveva cominciato a mugolare, ma Chiara non si fece scrupoli a colpirlo con uno scudiscio in mezzo al ventre. Anna alzò il braccio e calò la frusta sulla schiena. Sara lo scudisciò sulle natiche. Francesca, sorridendo crudelmente, lo frustò sulle cosce.
    
    Paolo emise una serie di suoni rauchi, come se in gola si fosse depositato uno strato di carta vetrata.
    
    Sbarrava gli occhi, cercava di articolare dei suoni, grugniva, gemeva, si lamentava, ma le quattro giovani non si fecero intenerire e lo riempirono di scudisciate e frustate.
    
    Ben presto la sua pelle divenne rossa, ma il peggio doveva ancora venire.
    
    «Per non avere problemi a essere accusato di averle sverginate, questo maiale le ha inculate tutte» aggiunse Francesca, depositando la frusta e dandogli un calcio ai genitali.
    
    Sara decise di imitarla, calciandolo sul culo e vomitandogli addosso una serie infinita di volgarità. Chiara e Anna invece aumentarono la forza con cui lo frustavano. I colpi erano più forti dei mugolii che Paolo emetteva senza soluzione di continuità. La stanza rimbombava di schiocchi, grida, gemiti, piagnucolii e parole che si ripetevano come porco, depravato, pervertito, animale, maiale, figlio di puttana, bastardo, rottinculo, verme, schifoso…La pelle di Paolo era ormai colorata di rosso, eccetto alcuni parti, con vistose striature viola. Il dolore era ...
    ... talmente forte che aveva reclinato la testa su una spalla, completamente sfatto.
    
    «Adesso basta!» si impose Francesca, vedendo che le lacrime stavano scorrendo lungo le guance di Paolo e che, ormai sfinito, non reagiva più alle percosse.
    
    «Non pensi che ne meriti ancora? Io mi sto proprio divertendo» chiese Anna che sentiva i suoi succhi colare lungo le cosce.
    
    «Anche a me piace fare giustizia e devo darti ragione, Frenci: mi sta piacendo parecchio! Se qualcuno mi sfiora la patata, vengo urlando come una pazza».
    
    «Sono contenta. Adesso lo tiriamo giù e ci facciamo leccare le fiche fino all’orgasmo».
    
    «Non merita di darci piacere» disse Chiara.
    
    «Sì, se lo merita: ha sopportato bene il castigo pur non avendo fatto niente di quello che vi ho raccontato».
    
    Le ragazze spalancarono la bocca e commentarono all’unisono.
    
    «Che troia che sei! Hai mentito perché noi non avessimo scrupoli nel frustarlo».
    
    Paolo fu calato a terra e si lasciò andare, devastato. Le ragazze si ritirarono in cucina e l’uomo dovette raggiungerle carponi per farle godere, usando la bocca.
    
    Quando anche Francesca, per ultima, godette gli concesse di andare a farsi una doccia calda e ad andare a letto. Non appena Paolo si chiuse in bagno, la ragazza prese in mano il cellulare e fece una telefonata.
    
    «Tokunbo, ciao! Vieni a trovarmi domattina a casa di mia nonna? Ho una sorpresa per te». 
«12345»