La mia collega Tullia
Data: 09/08/2020,
Categorie:
Etero
Autore: davidao, Fonte: RaccontiMilu
... scatto e mi fissa: “Cosa vuoi?”
D “Ho bisogno di parlarti”
T “Mandami un’ e-mail e adesso lasciami lavorare”
Piuttosto incazzato esco dal suo ufficio e mi rendo conto che, come temevo, i fatti di venerdì non hanno significato nulla.
Mi armo di coraggio e tento un approccio durante la pausa pranzo, che lei è solita trascorrere nel suo ufficio con Claudio.
Come immaginavo, passando nel corridoio, sento la loro voce. La porta è aperta, così mi affaccio:
D “Ragazzi, buon appetito”
C “Grazie, anche a te Davide”
Tullia non sembra molto felice di vedermi…
D “Tullia hai raccontato a Claudio di quanto ci siamo divertiti venerdì alla fiera?”
Claudio ci guarda perplesso.
T “Davide hai un senso dell’ironia molto spiccato!”
D “Beh dai, ammetti che la parte finale ti ha preso molto. Peccato che avremmo perso il treno e ci è rimasto in sospeso l’argomento più interessante della giornata”
Tullia mi lancia un’occhiataccia “Pensa che me ne sono dimenticata. Evidentemente non era nulla di così interessante”
D “Più tardi passo da te così rivediamo insieme gli appunti che abbiamo preso… Così ne approfitto per ricordarti quell’argomento finale… Era così interessante… Non riesco a togliermelo dalla testa… E dalla bocca…”
Claudio ci guarda come se fossimo due marziani.
Tullia con un sorriso forzato mi liquida “Mh…certo… a dopo allora, buon appetito”.
Mi allontano soddisfatto per le frecciatine lanciate e mi godo la pausa pranzo fuori ...
... dall’azienda.
Come mia abitudine rientro al lavoro con un po’ d’anticipo per fare tappa in bagno e lavare i denti con calma.
Tiro fuori lo spazzolino e il dentifricio quando sento dei passi provenire dal corridoio, la porta del bagno che si apre e la persona che si dirige verso i lavandini dove sono io. Alzo lo sguardo verso lo specchio e vedo Tullia alle mie spalle.
Faccio appena in tempo a sistemarmi e girarmi verso di lei, quando mi si scaglia contro, mi copre di insulti di ogni tipo e mi spinge dentro un gabinetto chiudendoci dentro.
In una frazione di secondo ho fantasticato che mi avrebbe strappato i vestiti e avremmo fatto l’amore lì dentro, ma ho capito ben presto che le sue intenzioni erano tutt’altre.
Mi tiene una mano sul petto per spingermi contro il muro e l’altra puntata in faccia: “Brutto stronzo, cosa vuoi da me? Se provi a raccontare qualcosa in giro te la faccio pagare”
Provo a calmarla: “Guarda che non volevo dire nulla a nessuno, ho solo bisogno di chiarirmi con te ma tu mi eviti”
Lei non ne vuole sapere e reagisce ad ogni mio tentativo di abbassare le sue braccia “Non c’è niente da chiarire…manteniamo le distanze, chiudiamola qui e non provare più a darmi fastidio o te ne pentirai”
Questa volta provo a tenerle testa come fatto la prima volta. Lei è abituata a sentirsi dire sempre si e non è una buona tattica fare come tutti gli altri.
Smetto di assecondarla e prendo il controllo della situazione, spingendo lei contro il muro. Mi avvicino al ...