1. La mia collega Tullia


    Data: 09/08/2020, Categorie: Etero Autore: davidao, Fonte: RaccontiMilu

    ... rompiscatole, non andremmo d’accordo”
    
    D “Hai ragione, quindi saremmo perfetti come amanti…peccato che tu avresti serie difficoltà a soddisfarmi a letto”
    
    T “Forse non ti è chiaro che io comando anche a letto…non penso certo a soddisfare gli altri”
    
    D “Povero Claudio allora…”
    
    T “Può ritenersi fortunato di quello che ha”
    
    D “Stai attenta a non fargli male almeno, è così fragile”
    
    T “Se vuoi provare ti infilo le unghie nel braccio così vediamo se tu sei uno forte”
    
    D “No dai, io ti voglio bene, non farmi male”
    
    T “Ecco…tutti leoni e poi diventano conigli”
    
    Il tempo vola e sono da poco passate le 16:30, il corso sta per finire quindi decidiamo di avviarci verso la stazione per il ritorno. La corsa in metropolitana è un fallimento, c’è da attendere diversi minuti, la stazione è piena di gente in attesa e nonostante i nostri sforzi, Tullia perde il treno per un soffio.
    
    D “Il mio treno è tra 5 minuti, ma non ti lascio qui da sola dai… Il tuo prossimo è alle 18, aspetto qui con te e io prendo quello delle 18:10”
    
    T “Ma no dai, non ti preoccupare, devo fare qualche telefonata, vai pure…non ho mica paura di restare qui da sola”
    
    D “No non è per quello, non lo avrei messo in dubbio…è che oggi ho scoperto questo tuo lato dolce e simpatico e vorrei godermelo ancora un po’, perchè so che da lunedì tornerà tutto come prima”
    
    T “Sei proprio scemo…va bene allora, grazie”
    
    D “Ti vado a prendere qualcosa da sgranocchiare intanto?”
    
    Mi allontano e torno con due ...
    ... tranci di pizza, mentre ci sediamo su una panchina tra i binari e riprendiamo a parlare e a scherzare. Attorno a noi c’è un via vai di persone e mentre parliamo mi avvicino a lei come se facessi fatica a sentirla ed allungo un braccio sulla sua spalla. Lei mi guarda un po’ stupita ma mi lascia fare, così pian piano lascio che il braccio scenda sul suo fianco.
    
    Nel frattempo arriva il suo treno ed iniziano a scendere le persone della corsa precedente, ci restano circa venti minuti, così mi sposto davanti a lei e, indicandole che devo dirle qualcosa nell’orecchio, mi avvicino: “Non pensavo che fosse così bello abbracciarti…è un peccato che devi andare”. Lei rimane pietrificata e sebbene si capisca che stia cercando di rimanere impassibile alla cosa, i suoi occhi lasciano trasparire sensazioni contrastanti. Approfitto di questa sua incertezza per avvicinarmi ancora al suo orecchio, questa volta per baciarlo. Appena mi stacco da lei, si alza e si sistema la giacca.
    
    T “Bene dai…il treno è arrivato, ora devo andare.”
    
    D “Ti dispiace se prendo il tuo stesso treno? Posso scendere a Rho e poi aspetto il mio lì…”
    
    T “Dai lasciami andare…”
    
    D “Ti lascio andare solo se ti fai abbracciare ancora una volta”
    
    T “Giura!”
    
    Senza nemmeno risponderle la prendo ancora tra le mie braccia e dedico almeno un minuto a riempirle di baci l’orecchio, la guancia, il collo, i capelli… Mi stacco e mi fermo a pochi centimetri dai suoi occhi… Vedo che non si ritrae e pian piano mi dirigo verso ...
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