1. La mia collega Tullia


    Data: 09/08/2020, Categorie: Etero Autore: davidao, Fonte: RaccontiMilu

    ... la sua bocca e ci baciamo. La prendo per mano e la accompagno verso il treno, lei non dice una parola, io nemmeno… Mi fermo vicino a un tabellone degli orari, la faccio appoggiare e riprendo a baciarla, questa volta con tutta la passione che ho dentro…Mi sta salendo una voglia di averla che va oltre al semplice sesso… Vorrei spogliarla e farci l’amore lì davanti a tutti, ma non si può. Sento qualche movimento tra le mie gambe quindi capisco che è il momento di staccarsi…
    
    D “Forse hai ragione, è meglio che vai adesso”
    
    T “Perchè?”
    
    D “Fidati…”
    
    Inaspettatamente lei afferra il mio cazzo da sopra i pantaloni e mi tira ancora verso di se, mi da un altro bacio e poi si volta, mi saluta e sale sul treno.
    
    Il weekend è passato con il pensiero fisso su quello che era successo con Tullia venerdì.
    
    Avrei voluto chiamarla, capire, avevo un disperato bisogno di convincermi che ci sarebbe stato un seguito a quel bacio appassionato in stazione.
    
    Da un lato pensavo che fosse stato solo un modo per togliermi dai piedi per tornarsene a casa tranquilla, dall’altro speravo invece di essere riuscito ad aggirare le sue difese ed ero impaziente di scoprire che piega avrebbe preso la nostra complicità.
    
    Così in ogni momento di tranquillità la mente ritornava a quell’ultimo bacio e si divertiva ad immaginare tutto quello che sarebbe potuto succedere se lei fosse rimasta lì a baciarmi con la mano sul mio cazzo, invece di salire su quel treno.
    
    Continuavo a sognare quella mano che ...
    ... si faceva strada dentro i miei pantaloni e finivo per masturbarmi fantasticando sull’evoluzione del nostro rapporto.
    
    Finalmente lunedì.
    
    Sono le 7:40 e sono già nel parcheggio dell’ufficio. Penso che sia la prima volta che ho così tanta voglia di andare a lavorare, specialmente di lunedì.
    
    Il fuoristrada di Tullia non c’è ancora, così attraverso la strada e vado a bere un caffè al bar dell’angolo.
    
    Con un occhio su un quotidiano sportivo e l’altro sulla strada, finisco la colazione, quando finalmente intravedo il fuoristrada di Tullia imboccare l’ingresso dell’azienda e subito dietro, l’auto del suo compagno Claudio.
    
    Esco dal bar e li osservo da lontano. Sembrano degli sconosciuti. Lei davanti a passo veloce, lui dietro che cerca con affanno di non farsi distaccare.
    
    Quando entro in ufficio lei è già alla sua scrivania e sta cercando qualcosa nella borsetta.
    
    Le passo davanti e cerco di incrociare il suo sguardo con un “Buongiorno Tullia”, ma lei risponde freddamente con un “Ciao” senza nemmeno alzare la testa.
    
    Cerco di resistere alla tentazione di forzare le cose, ma a metà mattinata non posso aspettare ancora, così “casualmente” passo davanti alla sua porta:
    
    D “Ehi, ti va un caffè?”
    
    T “No, ho da fare” risponde seccata alzando appena gli occhi dal computer.
    
    D “Se ripasso più tardi?”
    
    T “Ho da fare anche più tardi”
    
    D “Offro io eh, anche se in effetti mi sembri aver più bisogno di una camomilla” provo a metterla sul ridere.
    
    Lei si alza di ...
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