Storia di un minidotato
Data: 05/06/2020,
Categorie:
Cuckold
Dominazione / BDSM
Etero
Autore: pureros, Fonte: RaccontiMilu
... colpo, come un treno. Giulia gridò dal piacere con gli occhi sbarrati e strinse i glutei come se volesse trattenere quella sberla dentro di sé. Il rumore dei suoi tacchi segnava il ritmo e la mia erezione ringraziava.
Dopo di lui passò gente di ogni genere. Appena Luciano si riprendeva si metteva davanti alla fila e dava il suo contributo.
Arrivò il mio turno. Giulia mi fece un sorriso, si girò e mi strinse a se appoggiandosi al lavandino come aveva fatto col ragazzino.
Il tempo di tre su e giù lungo il mio pisellino ed ero già venuto, sul pavimento.
Tutti presero a ridere e a dirmi: “C’hai questa gnocca davanti e vieni senza nemmeno scopartela?!”
Tornai in disparte e continuai a guardare. Le mani si alternavano sui fianchi di Giulia, i piselli dentro di lei. Uniche costanti il suo culo incantevole che si muoveva ad ogni colpo, le sue cosce serrate e i suoi piedi smaltati su un tacco 12.
Aveva provato 20 uomini diversi. I più bravi concessero il bis. Furono cinque compreso Luciano.
Allora bendarono Giulia e le chiesero di riconoscere chi fosse a metterglielo dentro per la terza scopata. Giulia ne riconobbe tre, alla prima infilata. Doveva essere attratta particolarmente da quei tre piselli e dal modo in cui quei tre l’avevano posseduta. Tanto che chiese a quei tre di fare gli straordinari. La quarta volta gli concesse il culo. I tre le vennero dentro l’uno dopo l’altro. Erano tutti sfiniti, anche Giulia. Si rivestì e ci mettemmo in macchina.
L’odore ...
... di sperma, sudore e di maschio di cui si era impregnata mi fecero compagnia nel viaggio.
Tornammo a casa e ci mettemmo a letto. Senza dire una parola. La mattina dopo fui svegliato da un ticchettio. Giulia stava entrando in camera da letto per portarmi la colazione. Scarpe col tacco, brasiliana e reggiseno. Neri. Tutto quello di cui avevo bisogno per l’erezione mattutina. Facemmo colazione a letto, ritrovando la sintonia che sembrava avevamo perso. Poi spostò il vassoio e mi spogliò. Senza fiatare prese dall’armadio dei pezzi di stoffa neri. Mi legò al letto con i polsi e le caviglie. Non fiatai. Infine mi prese il pene tra le dita, portò la pelle giù a scoprire il glande e poggiò le sue labbra per poi prenderlo tutto in bocca. Scese fin giù una sola volta, poi si avvicinò al mio viso e mi bendò. Tornò di nuovo con le mani al mio pene. Prese a masturbarmi piano, come solo lei sapeva ogni tanto massaggiando con l’altra mano i testicoli. Dopo 5 minuti presi ad ansimare, ero sull’orlo dell’orgasmo, sentivo lo sperma salire. Mi conosceva bene: feci un ultimo lamento e lì stacco le mani lasciando il mio orgasmo sull’orlo. Provavo dolore, sarebbe bastato sfiorarmi per accontentarmi. Non lo fece, si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio “buona giornata, Pisellino”. Dunque era tutto chiaro, avrei passato la giornata intera paralizzato e bendato a letto, in perenne attesa di qualcosa, bramando un orgasmo e fidandomi solo del mio udito e del mio tatto. Durante la mattinata la sentii ...