1. InferNola


    Data: 24/02/2020, Categorie: pulp, Autore: renart, Fonte: EroticiRacconti

    ... nemmeno l’idea di un eventuale sbocco lavorativo. Adesso, a cinquant’anni, si sente realizzato seduto dietro la sua cattedra nel corridoio, a sbavare come un adolescente dietro i culi giovani delle ragazze.
    
    Eppure, a vederlo nessuno gli darebbe due lire, conciato più come un barbone che come un plurilaureato nelle vesti di bidello. Di aspetto è un monumento vivente di dedizione alla crapula. Occhi piccoli e lubrici, furbi e guizzanti dietro un paio di occhialini spessi senza la montatura, naso grosso dai capillari spezzati, proprio del bevitore incallito, zigomi alti, viso cascante, imbolsito, in genere ricoperto da una barba ispida e grigiastra, bocca larga dalle labbra gonfie e tendenti al violaceo, orecchie suine, dalle quali fanno capolino sbuffi di pelo nero, nel complesso la testa di Vito è grossa come quella di un vitello, avvitata sul collo taurino dal quale parte una corporatura massiccia, con un ventre prominente che tende la camicia di jeans come la pelle di un tamburo, decisamente fuori posto su un paio di braghe di un improbabile verde pisello. Tuttavia, quella mattina di metà maggio, Vito Capece è perfettamente rasato e pettinato, come gli capita nelle occasioni che contano, ed è insolitamente impaziente, pervaso da una smania che lo porta a trincare più sambuca del solito e, contrariamente alle sue abitudini, a loro modo fondate su una deontologia professionale che lo obbliga a non trascendere del tutto nella dissolutezza psicotropa, a concedersi anche un ...
    ... paio di strisce di coca nel cesso del personale. Giusto due tiri per rimanere sulla corda, ma al contempo lucido.
    
    Ciò che rende Vito così febbrile e impaziente è l’incontro fissato nel pomeriggio con due studentesse, Monica e Fabiana, con le quali consumare un menage a trois che nella sua mente impervertita dalla voglia più turpe era già in atto dalle prime luci dell’alba, quando si era svegliato più infoiato del solito, con la mazza tesa allo spasimo sotto il lenzuolo, come una palma solitaria nel mezzo del deserto, erta, rigida e gigantesca sotto un cielo basso e claustrofobico. Allora, per sfogare la voglia che gli comprimeva dolorosamente i coglioni gonfi, si è acconciato dietro la moglie che gli dormiva accanto riversa su un lato, dandogli le spalle, e senza tanti convenevoli gliel’ha ficcato fra le chiappe burrose, chiavandosela animalescamente, noncurante del suo sonno e di una passera tutt’altro che pronta.
    
    La scopata mattutina lo ha un po’ ammansito, ma il tempo di varcare la soglia del Carducci e la bestia nei calzoni ha subito reclamato la sua razione di figa tenera e giovane. Monica, nel passargli vicino per andare al cesso, lo ha rassicurato con una strizzatina d’occhi che l’incontro non ha subito variazioni e avverrà all’ora convenuta. Del resto gli esami di maturità si avvicinano e Fabiana, la più figa e altezzosa del liceo, necessita come l’aria della versione di greco, sventuratamente uscita come seconda materia scritta. Inarrivabile e spocchiosa, Fabiana ...
«1234...8»