1. Il castello delle perversioni


    Data: 21/01/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Lady_Elizabeth, Fonte: RaccontiMilu

    ... Finivo le mie giornate distrutta e stremata dalla fatica. Almeno il cibo era abbondante, dietro ordine del Duca mi assegnavano sempre doppia porzione. Inoltre venni a sapere che solo le schiave stavano nelle segrete e che quindi il padrone del castello mi aveva preso in giro. Avevo una piccola ma luminosa stanzetta che dividevo con Stesy, un’altra cameriera della mia età. Era molto timida e schiva, al contrario di me, e più le ponevo domande su quello che vedevo ogni giorno con i miei occhi, e più lei si ritraeva a guscio.
    
    Ma riuscii a capire da sola molte cose. In primo luogo, Daniel De Winter era davvero, come si diceva in paese, un uomo dispotico e prepotente. Le sue concubine, no lui non era sposato, nessuno in quel castello le aveva mai viste in volto. Ad alcune schiave, seppi in seguito, era concesso di lavare le tre donne, ma loro anche in acqua, dovevano tenere sempre il capo velato, neanche un capello doveva essere visto da chi non era Daniel.
    
    Quelle donne mi facevano pena, all’epoca: tutte le serve mi dicevano che erano usanze che avevano gli arabi, e che il Padrone le condivideva a pieno.
    
    Ma dovetti ricredermi quando una mattina rividi le schiave in Sala da Pranzo, mentre spolveravo. Erano dieci, ed era raro vederle tutte insieme. Erano tutte in piedi, nude, con un collare di ferro al collo, e ai piedi delle catene che le univano le une alle altre.
    
    Alcune erano segnate dalla frusta, altre avevano paurose scottature. Una, la più conciata male, esibiva ...
    ... con orgoglio il suo seno stranamente cadente verso il basso per via dei numerosi trattamenti a cui il sadico signor Daniel doveva averla sottoposta.
    
    La cosa più inquietante però era un’altra. Tutte erano more, alte, coi capelli lunghi e il seno prosperoso. Tutte mi somigliavano paurosamente.
    
    In quel momento ricordai, gettai un grido e svenni.
    
    Era l’estate del 1842 e io ero una bambina del popolo come tante, che giocava a fare la regina. Tutti i bambini del paese mi adoravano, e correvano da me, appena potevano, per sentire le mie storie. Io interpretavo sempre la parte della regina, e loro facevano i miei sudditi. Un giorno giunse vicino al lago dove giocavamo un nuovo bambino che non avevo mai visto: era biondo e con gli occhi chiari. Lui mi disse che una regina aveva bisogno di un re e che lui sarebbe stato felice di essere il mio, ma io gli dissi che non avevo bisogno proprio di nessuno e che al massimo avrebbe potuto fare il mio cavaliere servente. Lui si arrabbiò e se ne andò, e non lo vidi mai più.
    
    Riaprii gli occhi, confusa, e mi risvegliai in una camera che non conoscevo, in un letto enorme a baldacchino. Lui era in piedi e mi guardava, con le mani in tasca.
    
    Agitata e terrorizzata, feci per scendere dal letto ma mi accorsi che avevo i polsi e le gambe legati con delle corde molto strette.
    
    ‘Lasciami andare’ lo implorai ma lui ghignò. Mi faceva molta paura.
    
    ‘Non ci penso proprio’ disse guardandomi strano e carezzandomi il volto. Un brivido mi percorse ...
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