1. 131 – La giovane Erica e il cazzone del nonno


    Data: 09/12/2017, Categorie: Autoerotismo Etero Incesti Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... coscia, timidamente cercai di allontanargliela, lui mollò per un solo attimo la presa e poi ancora la sua mano sulla mia coscia, stavolta un poco più in alto di prima. Lo sguardo mi cadde sui suoi pantaloncini, il volume del suo pisellone, non era nascondibile ed io lo notai chiaramente duro e teso. Il vecchio se ne accorse e mi prese la mia piccola manina e me la tenne sopra a quel grosso cilindro di carne dura. Poi sentimmo scattare la serratura del cancelletto e lui si alzò immediatamente in piedi, finse di parlarmi di piante e fiori e andò incontro a sua moglie. Mi parve di sentire, là dove la sua mano si era posata, un intenso senso di calore, la mia fighetta porcella si era inumidita alquanto ed io percepivo in me un irrefrenabile desiderio di fare l’amore.
    
    Per un paio di giorni non successe più niente, poi la nonna un mattino partì presto con la macchina, c’era il mercato grande al paese vicino e così io rimasi sola con il nonno.
    
    Mi alzai dal letto indossai la camicia da notte e andai in cucina, mi preparai il latte e il caffè e mi sedetti a spiluccare qualche fetta di pane tostato con la marmellata. Da fuori, arrivò il nonno, si era alzato presto, per andare a raccogliere le verdure fresche nell’orto. Arrivò con una cesta piena e la posò sul tavolo della cucina. Mi salutò allegramente e dopo essersi lavato le mani se ne andò in camera sua. Quando lo vidi tornare, per poco non mi prese un colpo, il vecchio satiro era completamente nudo e si avvicinava a me ...
    ... con estrema determinazione. Gli dissi di non avvicinarsi ma non servì a nulla, mi chiese di toccarglielo, poi visto che non ubbidivo, mi prese con forza la mano e me la portò sul suo cazzo ormai duro. La mia piccola mano riusciva a circondargliene poco più della metà. Mi chiese ancora se mi piaceva, stavolta ebbi la forza di rispondergli timorosamente di si. Mi prese la mano e me la guidò su e giù sul cazzo, voleva chiaramente che gli facessi una sega. Mi disse poi di prenderlo con due mani e io lo segai, lui allungò la mano destra sotto la mia camiciola e superò abilmente le mie mutandine ormai fradice scivolando fra le pieghe della mia figa allagata. Mentre constatava che mi ero eccitata, mi chiamò spudoratamente ‘puttanella’ . Mi chiese se lo desideravo dentro, io non capivo più niente e nemmeno sapevo cosa fare. Lui mi incalzava con domande su domande ed io non riuscivo ad essere decisa e a dirgli di no. Come un fuscello mi sollevò dalla sedia e mi fece sedere sul massiccio tavolo della cucina, mi sollevò la camicia da notte e prendendomi sotto le cosce mi attirò con la figa sul bordo del tavolo, infilò due dita dentro le mutandine e me le lacerò, quindi vidi il mostro avvicinarsi e lo sentii appoggiarsi al mio stretto orifizio vaginale. Spinse, il mio nonnino bastardo, me lo spinse dentro, fu come perdere per la seconda volta la verginità, grugnendo in modo bestiale me lo sbatteva dentro, lo supplicai di fare piano, lui si adeguò alle mie piccole dimensioni ed evitò di ...
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