1. 131 – La giovane Erica e il cazzone del nonno


    Data: 09/12/2017, Categorie: Autoerotismo Etero Incesti Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    ... straordinario che riuscisse a ingoiarlo tutto senza lasciarne nemmeno un centimetro fuori!! Che pompino la nonnina!!! E che sborrata sul viso il nonno!!!! Il dolce viso di nonna non si vedeva più, interamente coperto dallo sperma del suo carissimo sposo!! Si baciarono affettuosamente i due vegliardi innamorati e poi dopo pochi secondi spensero la luce. Fu in quel momento che combinai uno dei più grossi casini della mia vita. Mi dimenticai del bordo del marciapiedi e ci inciampai, caddi a terra spostando rumorosamente con un calcio involontario un secchio di metallo. Dentro a quel silenzio, fu un frastuono terribile, vidi la luce della camera riaccendersi ed io zoppicante riuscii a malapena a girare l’angolo per non farmi vedere. Altre luci si accesero e purtroppo dietro la porta d’ingresso trovai il nonno coperto da una veste da camera color cammello, dietro di lui la nonna con indosso la camicia da notte. Dissi loro che mi ero inciampata nel secchio e lui mi chiese in poche parole che cazzo ci facevo io nel posto dove c’era il secchio. Biascicai una scusa adducendo la colpa al buio esterno e passando loro davanti mi infilai in camera mia. Una volta dentro ansante, mi addossai con le spalle alla porta e la chiusi con la chiave.
    
    Fu una notte parecchio agitata e al mattino, in cucina, a colazione, i due nonni porcelli, mi ridomandarono come mai mi ero inciampata nel secchio. Finsi di incavolarmi un po’ dicendo loro che già avevo risposto a quella domanda la sera prima. Mi ...
    ... videro alterata e cambiarono discorso. La nonna, verso le undici inforcò la bicicletta, e se ne andò dicendo che andava a fare la spesa. Io andai in camera mia e indossai un bikini giallo, piazzai poi il lettino nei pressi del fico, presi il libro di Harmony, mi sdraiai e mentre prendevo il sole mi misi a leggere. Dopo un po’ vidi il nonno, portarsi la solita sedia fuori e sedersi al contrario, appoggiando le braccia sulla spalliera. Con lui lì presente non riuscivo a concentrami nella lettura, mi accorsi che leggevo almeno dieci volte la stessa riga prima di comprenderne il significato. Era in pantaloncini corti blue e una canottiera più o meno dello stesso colore.
    
    Pensavo a quel incommensurabile batacchio che c’era sotto a quei pantaloncini. Ogni tanto, lui mi guardava di sottecchi, io mi fingevo assorta nella lettura e per non destare sospetti giravo le pagine anche senza averle lette. Poi lo vidi alzarsi e venire nella mia direzione. Mi sorrise e si sedette sul bordo del lettino, mi guardava negli occhi con stampato in viso un sorrisino malizioso. Poi la domanda a bruciapelo: Ci hai spiati ieri notte vero???
    
    Divenni paonazza in viso e lui capì senza nemmeno attendere la mia risposta. Volle poi sapere se mi era piaciuto, io con la gola secca, non riuscii a rispondergli. Mi domandò ancora se avevo gradito il suo coso, così lo chiamò lui. Lo guardai negli occhi, mi sentivo sprofondare, sapevo che il mio sguardo valeva per lui più di mille parole. Mi posò una mano sulla ...
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