1. Il vizio della dottoressa


    Data: 01/12/2019, Categorie: Autoerotismo Dominazione / BDSM Etero Autore: inchiostro, Fonte: RaccontiMilu

    ... sentire l’adrenalina, la voglia, cominciavo a sentirmi carica di ormoni ed umori. Mi dedicai a me stessa nel modo più dolce che conoscevo, senza fretta, senza ansia di qualcuno che bussasse alla porta; mi accarezzai finché le grandi labbra non cominciarono ad essere tese ed il clitoride a chiedermi una fine di misericordia. Avevo solo le mie mani , cominciai a tormentare, dunque, i petali di un fiore gonfio di nettare, tirai, pizzicai, mi penetrai con un dito, forse due, sapevo che per venire sarebbe bastato anche solo avvicinarsi al clitoride, anche solo sfiorarlo, tanta era la voglia. Dentro e fuori, dentro e fuori, ed ogni volta era un’ondata di voglia che mi prendeva la gola, l’adrenalina a mille. Era arrivato il momento di finire questo momento solitario. Cominciai a passare il mio indice sul mio punto x, dapprima piano, con movimenti circolari, poi sempre più decisa ma sempre con movimenti rallentati, voleva essere una passeggiata, non una gara. Sebbene i propositi fossero altri venni quasi subito, con un sussulto e la liberazione di un gemito che risuonò in tutto il bagno, ero da sola ed ero libera di venire senza tanti pensieri.
    
    Mi concessi due minuti e mi alzai dalla vasca, mi insaponai con un bagnoschiuma al latte di cotone, mi sciacquai ed uscii.
    
    C’era un messaggio da mandare. La penultima boa di una regata cominciata due giorni prima.
    
    Mi ero ritrovata ad una cena dove era stato invitato anche lui, era praticamente scontato che non venisse, lui così schivo ...
    ... ed arrogante, ma il destino ha vari modi di palesare ironia e fu così che me lo ritrovai a pochi metri. In realtà la nostra conoscenza veniva da lontano: storie incrociate le nostre, età simili, frequentazioni simili, gusti simili, caratteri totalmente differenti. Con l’andare degli anni ci eravamo un po’ persi di vista ma notizie, almeno a me, se non di lui come protagonista, almeno in qualità di comparsa di altre storie, erano sempre arrivate. La cena finì ed avevamo bevuto troppo, bicchiere della staffa ad un pub poco lontano dal ristorante, ed eccoci a rimanere in quattro. Altro giro di bevute, battute con pochi freni, ammiccamenti da vecchi amici compassati.
    
    Come dicevo il destino ha uno strano modo di raccontarti i suoi progetti ma quando vuole ci riesce benissimo: senza volerlo avevamo la macchina a 20 m di distanza, gli altri ovviamente dall’altra parte del mondo.
    
    Ci salutammo e ci avviammo, non ubriachi ma in quella condizione di non sobrietà che ti aiuta a trovare le parole di cui ti pentirai il giorno dopo.
    
    Tra una battuta e una mezza frase tra un ammiccamento ed una risata, nel tempo di 5 minuti eravamo arrivati al parcheggio. Tardai un secondo a trovare le chiavi, il tempo giusto perché lui mi passasse un braccio intorno alla vita e mi girasse.
    
    In tempo 0 avevo le sue labbra sulle mie, la sua lingua mi cercava nella mia bocca, ormai avevo solo pensieri confusi tra il vino ed un’eccitazione che mi avvampava le guance.
    
    Mi spinse contro lo sportello, ...
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