1. Il vizio della dottoressa


    Data: 01/12/2019, Categorie: Autoerotismo Dominazione / BDSM Etero Autore: inchiostro, Fonte: RaccontiMilu

    La camera è la 246, 2° piano la penultima sulla destra. Se vuole può lasciare i bagagli alla reception provvederemo a recapitarli in camera. La signora viaggia sola o è in attesa di qualcuno.
    
    Bella domanda. Sarebbe venuto? La domanda era stata chiara: partivo per un congresso e se voleva sarebbe potuto essere il mio accompagnatore. Niente di complicato, non erano previsti pranzi o cene ufficiali, solo un coffee break a metà mattina, la sera dopo saremmo già stati ognuno nelle rispettive case.
    
    Non le so rispondere a questo proposito posso chiederle se ci sono altre stanze libere in albergo per stanotte. L’impiegato mi guardò interrogativo, poi in modo molto professionale mi avvertì che a causa del congresso non erano disponibili altre camere.
    
    Non amo dormire con altre persone. Non capisco il senso di mettere su un teatrino di vita familiare in un frangente che tutto richiama meno che l’ordinario. Avevo già chi mi vedeva di mattina struccata e in camicia da notte. Avevo già con chi fare colazione ogni mattina. Questo era altro.
    
    Gli chiesi se proprio non fosse possibile, data l’attitudine di tanti medici a lasciar vuote camere d’albergo pagate da altri, e di avvertirmi nel caso ne fosse rimasta libera una e contestualmente di fermarla.
    
    Sono una professionista, la mia posizione è solida ed i soldi non mi mancano. Difficilmente accetto compromessi.
    
    Si erano fatte già le 17 tra viaggio, check in, saluti di rito ecc. Salii in camera con il chiaro intento di ...
    ... rilassarmi con un bagno e poi buttarmi nella palestra dell’albergo. A lui avrei mandato le specifiche della posizione su what’s up, al messaggio che le avrebbe seguite avrei pensato più tardi.
    
    Presi le scale, svuotando i pensieri uno scalino alla volta: lavoro, famiglia, impegni vari erano spariti prima che fossi a metà della seconda rampa di scale.
    
    Arrivata nella mia camera la trovai piacevolmente grande, c’era un ingresso con un divano ed un tavolino, un bel tappeto stranamente non logoro, qualità a cui invece, di solito, gli alberghi tengono tantissimo. Un letto matrimoniale versione King size troneggiava nella stanza principale. Il bagno era piuttosto curato, mattonelle e ceramica smaltata brillavano di pulizie recenti e, strano ma vero, c’erano doccia e vasca separate. Ero uno dei relatori, si vedeva.
    
    Buttai in terra i vestiti nemmeno fossi una sedicenne e mi preparai un bagno tiepido, detesto l’acqua calda mi dà sempre l’idea di brodo. Nel frattempo giravo nuda nella mia nuova casa di una notte come se avessi sempre abitato lì. Sarebbero stati contenti i vicini, avevo lasciato finestre e tende aperte. Lo sapevo benissimo.
    
    Mi buttai finalmente nell’acqua, appoggiai la testa sul bordo, era persino larga come dimensioni per me, e non sono certo 50 Kg.
    
    Dopo i primi 10 minuti di pieno relax cominciai a sentire uno strano pensiero, strisciava nella mia mente in quel momento un ricordo e si era andato ad incagliare come immagine e non mi lasciava riposare. Cominciavo a ...
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