1. Il vizio della dottoressa


    Data: 01/12/2019, Categorie: Autoerotismo Dominazione / BDSM Etero Autore: inchiostro, Fonte: RaccontiMilu

    ... oltre la sua gamba destra in modo che la mia pancia non rimanesse troppo indietro, lui capii subito il via libera e cominciò a farsi più insistente. Dopo poco allungai un braccio e gli appoggiai accanto l’olio per massaggi. Non c’era solo il via libera adesso. Mi penetrò prima con un dito, poi con due, cominciando una danza di movimenti circolari. Dal canto mio mi divertivo a far resistenza alle sue spinte per poi aprirmi senza alcun pudore. Ogni tanto alternava alla penetrazione quattro o cinque sculacciate sonore. Io gemevo… e godevo.
    
    Passammo ai fatti e presami da dietro senza troppi complimenti mi penetrò fino in fondo, aprendomi come un pugnale, mi pugnalò più e più volte, tenendomi per i fianchi o con una mano sulla spalla e senza permettermi troppo di decidere la profondità delle sue spinte. Ogni volta che opponevo resistenza erano vergate a mano aperta sulle natiche. Inutile dire che ciclicamente mi negassi apposta.
    
    Godevo ma ero fermamente decisa a riprendere il controllo; quant’era che eravamo lì, mezz’ora?di più?cinque minuti?
    
    Impossibile che durasse ancora molto quel match. O riprendevo il controllo entro breve o non lo avrei ripreso fino alla fine. Dolorante e felice mi negai alle sue mani ed al suo pene duro. Mi girai, mi diressi verso le mie cose e ne sfilai una benda nera e due polsiere. La lupa in me voleva la sua rivincita. Lo bendai e gli legai i polsi alla testiera del letto. Gli dissi di aspettarmi solo un minuto. Andai nell’ingresso e chiamai ...
    ... il servizio in camera. Dopo un minuto avevo ghiaccio e fragole (oltre ad una voce divertita e molto curiosa di chi me le portò). Tornai in camera, la mia assenza aveva affievolito un po’ la sua erezione. Lo baciai sulle labbra e, preso un cubetto di ghiaccio, mi avvicinai al suo viso “adesso arriva una sorpresa”. Lui succhiò un attimo il ghiaccio e poi lo ripassò nella mia bocca.
    
    Rimisi il cubetto nella ciotola e gli feci succhiare la punta di una fragola tenendone la base tra le mie labbra; una volta morsa mi portai verso il suo pene, bagnandolo con il succo di quel piccolo frutto per poi privarmene passando al suo membro che adesso aveva ripreso a pieno le forze.
    
    Gli feci sentire i miei denti sull’asta, piano e senza stringere. Gemette.
    
    Presi il suo cazzo nella mia mano sinistra, il mio pollice destro cominciò dei movimenti rotatori sul suo perineo a stimolare la prostata, conoscere l’anatomia ha un sacco di lati positivi. In un ensemble di movimenti con una mano lo masturbavo e con l’altra facevo sì che la stimolazione della ghiandola fosse al massimo. L’erezione era ormai un vulcano pronto ad esplodere. Lui gemeva quasi di dolore.
    
    Lo feci finire nella mia gola continuando a pompare per permettergli di svuotarsi completamente. Bevvi fino all’ultimo sorso. Guardai di sfuggita l’ora, dopo due ore avrei dovuto spiegare a dei colleghi annoiati l’avanzamento delle ricerche scientifiche nel mio campo di studio. Per quanto mi riguardava la ricerca era più che finita. 
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