1. il maestro di piano


    Data: 27/10/2019, Categorie: Etero Autore: lampone, Fonte: RaccontiMilu

    ... più giovane. Fissarono la lezione per il giorno successivo.
    
    Arrivò trafelata all’indirizzo, in ritardo come al solito. Salì le scale di corsa, cercando di ricomporsi in fretta, aggiustandosi i capelli mentre correva al 3 piano. Suonò il campanello respirò profondamente per calmarsi e attese. Le aprì la porta un uomo, anzi sembrava un ragazzino veramente. Uno di quegli uomini che già dalla pubertà dimostrano molti anni in meno, gli eterni ragazzini, quelli che nell’età matura dimenticano il valore delle rughe.
    
    Quanti anni poteva avere? Fece un rapido conto mentale: dunque aria da ragazzino, rughe intorno agli occhi, capelli lunghi e candidi doveva averne almeno 55. Sorrise, dall’alto dei suoi maturi 27 anni , e nascondendo un poco di malizia , si chiese se era nel posto giusto. Il maestro si presentò, molto formalmente la fece accomodare nello studio, dove unico elemento d’arredo era un pianoforte verticale, una libreria piena di spartiti e di vecchi dischi in vinile, due piccole poltroncine rosse. Riconobbe la musica di Tom Wait al pianoforte.
    
    In maestro chiese subito a che livello di preparazione erano i suoi ricordi, e decise di iniziare a verificarne le basi. Così regolò lo sgabello , la fece accomodare e con lenti gesti aprì il pianoforte. Gli 88 tasti in avorio riposavano sotto un panno rosso, che come sollevato mosse il pulviscolo intorno svelando il loro profumo.
    
    Iniziò a presentarle uno spartito di solfeggio, chiedendole di eseguire solfeggio cantato. ...
    ... Non voleva crederci. Lei era venuta per suonare il piano, per immergersi nuovamente nella musica e lui le faceva perdere tempo chiedendole di solfeggiare il Do? Eppure, si vide costretta a provare. Non si ricordava più nulla. Qual’era la sequenza dei movimenti in battere e in levare? Non riusciva a ricordarsi i gesti lunghi e lenti che accompagnavano l’esercizio. Lui se ne accorse e arrivandole alle spalle sostenne il movimento della sua mano in battere e in levare.
    
    Il contatto le provocò un turbamento inaspettato, che crebbe con l’ampiezza del movimento. Lui era alle sue spalle, appoggiato alla schiena ben eretta e sosteneva per intero il suo braccio. Venne distratta dalle sue mani. Morbide, con dita lunghe, curatissime e nervose. Si sentì avvampare e il cuore accelerò i battiti mentre l’eccitazione cresceva. Dovette concentrarsi sullo spartito, molto attentamente per mascherare sé stessa. Continuò con un solfeggio perfetto, per la paura di un nuovo contatto fisico. Lentamente finì l’ora di lezione che mise fine anche al disagio. Si scordò dell’incontro al sapore dell’aria fresca, rimanendo incerta sul precipitoso sì con il quale aveva confermato la seconda lezione.
    
    Il giorno precedente già era sovraeccitata. Cercò di calmarsi, in fondo non c’era motivo di alimentare la sua percezione, ma dovette uscire e rifugiarsi in un grande magazzino per cercare di evitare i ricordo delle sue mani. Si trovò ad accarezzare biancheria intima, e con un gesto colpevolmente premeditato ...
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