1. il maestro di piano


    Data: 27/10/2019, Categorie: Etero Autore: lampone, Fonte: RaccontiMilu

    ... levare lieve…. in levare per tutta la notte. Non riuscì a godere della sua eccitazione. Troppa immaginazione, troppa attesa e cura per i particolari. Si accarezzava e invece di lasciarsi andare pensava : “ se fossero le sue dita le sue lunghe dita, dove sarebbero adesso? “ le sembrò , immaginò per pochi istanti la sua presenza accanto a lei, e in quell’istante spinse più forte,più a fondo per cercare le sue dita dentro.
    
    Il risveglio fu doloroso e pieno di calore represso . Si guardò allo specchio. Le narici allargate, i capelli sfatti . tutto quel desiderio percepibile fuori e dentro di lei . Si faceva paura quando l’inquietudine aveva il sopravvento sull’autocontrollo.
    
    Avrebbe voluto avere la forza di saltare la lezione, o meglio la forza di sbagliare deliberatamente, ma l’eccitazione e la voglia di scoprire sino a che punto si sarebbe spinta la lezione le mosse i pensieri
    
    Si preparò come se dovesse dare un’audizione, e in fondo era proprio così. Doveva dare audizione alle sue sensazioni, a queste reazioni di un corpo femminile che si mostravano esuberanti e incontrollate. Fu rapida nella decisione, non lasciò spazio ad incertezze o dubbi. Si asciugò i capelli raccogliendoli in uno chignon alto, che lasciava scoperta la nuca. Fece uscire un ricciolo malizioso dal centro dell’acconciatura e si truccò appena.. scaldò i peli del pube con l’aria calda del phon, arricciandoli con le dita. Il loro odore si diffuse nell’aria per posarsi di nuovo su lei.
    
    Indossò una ...
    ... semplice camicetta di seta color magnolia, quel colore burroso di latte appena munto che ammorbidiva i contorni del seno prorompente, una lieve gonna di seta fiorata, scarpe aperte in punta, che mettevano in luce il lucido smalto rosso cupo.
    
    Non indossò biancheria intima. Se doveva essere seduzione, doveva essere chiara l’intenzione di sorprendere il maestro. O meglio, era così smaniosa di arrivare fino al punto di non ritorno con lui da immaginarsi già l’eccitazione del momento, quando avrebbe scoperto cosa era in serbo per lui.
    
    Era stupita da tutta questa sua eccitazione, per così dire pilotata. Come se necessitasse di conferme sul suo potere seduttivo.
    
    Puntualissima suonò al campanello, vergognandosi per non aver calcolato che i capezzoli si sarebbero già mostrati in tutta la loro erezione. Così finì per sembrare una timida scolaretta, stringendo al seno lo spartito rossa di vergogna per tutta quella sensibilità incontrollabile.
    
    Come sempre, i saluti furono formali e pieni di professionalità. Solo al momento di alzare galantemente lo sgabello alla giusta altezza il maestro con un largo sorriso le chiese se avesse avuto tempo, ma soprattutto voglia di studiare il pezzo.
    
    Tutta quella spavalda sicurezza ostentata davanti allo specchio mentre decideva sulla carta di essere pronta a sedurre si trasformò in un diesis di umori che scendeva direttamente a riempirle la vagina.
    
    Non rispose, o meglio fu capace solo di sostenere sguardo e sorriso. Alzò leggermente la ...
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