1. Il suocero del mio migliore amico - 1


    Data: 29/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... uscire. Era stata una giornata davvero faticosa, anche senza lo stress a cui mi aveva sottoposto la conoscenza del signor Pietro Ansaldi. Chissà se lo avrei mai più rivisto?
    
    Guardai mezzo film in televisione, poi presi un libro e me ne andai a letto: lessi circa tre righe e mi si chiusero gli occhi.
    
    Dormii male quella notte… cioè, non male, ma il mio sonno era popolato di sogni strampalati, gente che andava, gente che moriva… Ricordo che in uno di essi mi trovavo con Pietro, in ascensore: lui mi baciava, poi, mentre stavo per aprirgli i pantaloni, l’ascensore di fermava, si aprivano le porte e c’era la signora Ansaldi, che urlava “Porco! Porco! Porco!” a non so chi dei due, mentre lui si girava a lei con l’uccello di fuori e le diceva “Sta zitta! Non è come tu pensi! Rispondi al telefono, piuttosto”
    
    Mi svegliai di soprassalto col cuore in gola: erano già le nove del mattino e il telefonino stava suonando. Mi scrollai dagli occhi l’angoscia del sogno e allungai la mano a prendere il cellulare sul comodino. Il numero non era in rubrica e, come faccio di solito in questi casi, feci per chiudere la comunicazione; ma poi decisi di rispondere: a quell’ora non poteva essere qualche call-center con offerte commerciali del cazzo.
    
    “Pronto…”, dissi con voce ancora impastata dal sonno.
    
    “Qualcosa mi dice che ti ho svegliato.”
    
    “E ti dice bene. Chi parla, prego?”
    
    “Ma come? Sono Pietro! Pietro Anselmi, il suocero di Roberto: non ti ricordi più di me?”
    
    Subito, tutti i ...
    ... miei mille e cinquecento sensi furono all’erta.
    
    “Ti chiedo scusa, Pietro, ma mi sono appena svegliato e sono ancora più di là che di qua. Non ti ho riconosciuto, scusami ancora.”
    
    “Ma di nulla, caro, figurati. Anzi, scusa me per l’ora, ma ero davvero impaziente di sentirti. Ho deciso di fermarmi qualche giorno, per visitare la città:mi fai da cicerone?”
    
    “Certo - dissi col cuore in gola – Dove ci troviamo?”
    
    “Veramente, sarei sotto casa tua. Roberto mi ha dato l’indirizzo.”
    
    Saltai su dal letto.
    
    “Aspetta che ti apro. Quarto piano. Soldini.”
    
    Chiusi il telefono e corsi a premere l’apriporta sul citofono, e quando sentii l’ascensore fermarsi al piano, socchiusi la porta, del tutto incurante di essere in maglietta e mutande. Lo vidi uscire dall’ascensore ancora più affascinante nel suo abbigliamento sportivo: jeans e maglietta, che sottolineavano a meraviglia il fisico atletico. Il cuore mi batteva all’impazzata e l’uccello ebbe qualche mossa nelle mutande.
    
    Pietro si guardò attorno, poi vide la mia porta socchiusa e ci si diresse.
    
    “Ciao”, feci, aprendogli per farlo entrare.
    
    Lui mi guardò sgranando gli occhi.
    
    “Wow! Accogli sempre così i tuoi ospiti?”, esclamò, stringendomi la mano.
    
    Il mio cazzo scalpitò senza più alcun ritegno a quel contatto.
    
    “No, - feci, cercando di darmi un tono scherzoso – solo i più intimi.”
    
    “Lieto di essere tale, allora.”, disse lui, chiudendosi la porta alle spalle.
    
    Sperai che non si accorgesse dell’erezione che mi ...